Fu inviato dal padre a studiare a Roma, dove, sotto la guida di Angelo Caroselli, noto copista e falsificatore prese conoscenza delle arti di numerose scuole come quella di Caravaggio, quella bolognese, quella fiorentina. Nel 1628 Paolini si reca a Venezia per approfondire la conoscenza della pittura veneta, ma nel 1629 il padre muore e Pietro deve tornare a Lucca, dove la pestilenza del 1630 gli porterà via anche la madre. Da quel momento in poi, Paolini lavorò principalmente a Lucca dove nel 1652 fondò l'«Accademia del naturale», introducendo nell'ambiente lucchese le più importanti tematiche estetiche della nuova scuola naturalistica. Tra i suoi allievi si ricordano Francesco Cassiano, Simone del Tintore e Girolamo Scaglia[1]. Morì a Lucca nel 1681. Parte della storiografia lucchese (in primis il Sardini) ricorda che Paolo Biancucci fu il suo principale antagonista.
Opere
Durante il periodo romano, Paolini dipinse tele di matrice caravaggesca come La buona novella, Marta che parla a Maria, La Deposizione e Il martirio di S. Bartolomeo.
Parte consistente delle sue opere si trova a Lucca. Una stanza con i suoi dipinti è presso il Museo nazionale di Villa Guinigi a Lucca. Il dipinto, Adorazione dei pastori, si può ammirare presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca[2]. Il dipinto, Eccidio degli ufficiali del generale Wallenstein - realizzato su commissione di Lelio Diodati - è visibile sempre a Lucca in Palazzo Orsetti (già Diodati) - oggi sede dell'Amministrazione Comunale della città.