La chiesa di Santa Maria Maggiore è la parrocchiale di Gioia del Colle, in città metropolitana di Bari e arcidiocesi di Bari-Bitonto[1][2]; fa parte dell'VIII vicariato[3].
Storia
Il primo luogo di culto di Gioia, dedicato a san Marco, sorse, secondo le ricostruzioni dell'arciprete Paolo Catucci (XVIII secolo), nel 506[4].
Nell'XI secolo venne costruita una nuova chiesa per volere del conte Riccardo Siniscalco; si trattava di un edificio a tre navate dedicato a san Pietro e dotato di due campanili[5].
Nel 1764 questo luogo di culto, che versava in pessime condizioni e poi fu pure rovinato da un incendio, venne demolito, anche in considerazione del fatto che era insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli, e iniziarono subito i lavori di costruzione della nuova parrocchiale barocca, disegnata da Pasquale Margoleo[1][5][4].
L'evento sismico del 1857 arrecò vari danni alla struttura, i quali furono poi sanati con un intervento di ripristino conclusosi l'anno successivo; nel 1893 fu completata la facciata[1].
Il 23 febbraio 1942 il campanile crollò e, cadendo, distrusse anche il braccio destro del transetto; quest'ultimo venne riedificato nel 1949, mentre la torre fu ricostruita nel 1965[1].
L'adeguamento liturgico secondo le norme postconciliari venne condotto nel 1970, per poi essere perfezionato nel 2010[1].
Descrizione
Esterno
La barocca facciata a capanna della chiesa, rivolta a occidente, è suddivisa da una cornice marcapiano in due registri, entrambi scanditi da quattro lesene; quello inferiore presenta centralmente il portale d'ingresso affiancato dalle statue di San Filippo Neri e della Vergine col Bambino poste in due nicchie, mentre quello superiore, abbellito dal coronamento mistilineo, è caratterizzato da un'ampia finestra bilobata[1].
Annesso alla parrocchiale è il campanile a pianta quadrata, suddiviso in più registri da cornici marcapiano; la cella presenta su ogni lato una monofora ed è coperta dalla cupoletta poggiante sul tamburo[1].
Interno
L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano i bracci del transetto e le cappelle laterali, introdotte da archi a tutto sesto, e le cui pareti sono scandite da lesene, poggianti su alti zoccoli e sorreggenti la trabeazione modanata e aggettante sopra la quale si impostano le volte; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dall'abside, nella quale trova posto il coro ligneo[1].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali la pala con soggetto San Francesco da Paola in gloria, eseguita nel 1821 da Saverio Calò[5], la tela con la Madonna del Carmine con il Bambino, realizzata nel 1797 da Paolo Lanari[5], e gli affreschi raffiguranti Scene della vita di Maria[5].
Note
Voci correlate
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