La chiesa venne dificata negli anni 1942-1945 su un declivio della collina intorno alla quale sorge il quartiere, e riportò numerosi danni durante la costruzione a causa dei bombardamenti alleati su Roma del 1943 e 1944.
Il 14 luglio 1945, terminati i lavori di costruzione, dalla cappellina esistente da ormai un decennio nell'attiguo palazzo dove i frati della basilica di San Lorenzo fuori le mura officiavano la messa domenicale per i fedeli del quartiere, la venerata immagine di Maria Consolatrice (copia dell'originale esposto nell'omonimo santuario torinese) fu portata in processione nella nuova chiesa.
Lo stesso giorno la chiesa fu benedetta dal vicegerente monsignor Luigi Traglia[2]. La chiesa era stata eretta a parrocchia il 21 maggio precedente con il decreto del cardinale vicarioFrancesco Marchetti Selvaggiani"Pastoris vigilantis", ricavando il territorio parrocchiale da quello della stessa basilica di San Lorenzo che all'epoca si estendeva dal quartiere San Lorenzo fino a Settecamini.[3]
Fra le numerose chiese parrocchiali commissionate a Tullio Rossi dal Vicariato di Roma alla metà del XX secolo,[5] quella di Santa Maria della Consolazione è tra le più elaborate: la sua struttura è implementata su una pianta basilicale a tre navate, senza transetto, ed è caratterizzata da un forte richiamo all'epoca paleocristiana ravvisabile nelle arcate della facciata, nelle tre absidi che si aprono nella parete di fondo, nell'impiego del marmo per la pavimentazione e nel ricorso al mosaico per le principali decorazioni parietali.[6]
Una scalinata conduce alla facciata della chiesa, costituita da due ordini ove sono inseriti otto archi ciechi, ad imitazione di un nartece con soprastante loggiato: dei cinque della fascia inferiore, tre costituiscono gli ingressi dell'edificio. Il portale centrale è arricchito da un mosaico realizzato nel 1975. Vi è poi un'iscrizione che ricorda l'edificazione della chiesa: Deo uni et trino in hon. B. Mariae V. de Consolatione A.D. MCMXLIV.
Le navate sono suddivise da due serie di colonne dipinte a finto marmo rosso e terminanti con semplici basamenti e capitelli dorati. Il soffitto ligneo della navata centrale reca al centro lo stemma di papa Pio XII. L'abside è interamente decorata da un grande mosaico di Sergio Selva (1964): al centro sta la figura di Maria circondata da figure di santi e dalla rappresentazione delle città di Nazaret e Gerusalemme. Un altro mosaico con motivi legati alla vite e ai grappoli d'uva è collocato nell'arco trionfale: esso risale al 1980 ed è stato realizzato dal frate cappuccinoUgolino da Belluno.[7]
^Storia della parrocchia, su vicariatusurbis.org/santamariaconsolatrice. URL consultato il 12 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2008).
Carlo Ceschi, Le chiese di Roma: dagli inizi del neoclassico al 1961, Bologna, Cappelli, 1963, p. 211, ISBN non esistente.
Claudio Rendina, Le Chiese di Roma, Roma, Newton & Compton, 2000, p. 201, ISBN978-88-541-1833-1.
Mauro Quercioli, Quartiere VI. Tiburtino, in I rioni e i quartieri di Roma, vol. 6, Roma, Newton & Compton Editori, 1990, pp. 1657-1680, SBNIEI0050488.
Graziano Fronzuto, Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni, Firenze, Leo S. Olschki, 2007, pp. 225-226, ISBN978-88-222-5674-4.