L'edificio fu ampliato nel Cinquecento sfruttando i materiali dell'antica stazione romana di Servasa; nel 1530 la chiesa venne eretta a parrocchiale[1].
Nel 1757 fu costruita la nuova chiesa neoclassica; nella seconda metà degli anni sessanta, per adeguarla alle norme postconciliari, si provvide a realizzare il nuovo altare rivolto verso l'assemblea[1].
Descrizione
Esterno
La facciata a capanna della chiesa, rivolta a sudest e suddivisa da una cornice marcapiano in due registri scanditi da parastetuscanico in quello inferiore e ioniche in quello superiore, presenta centralmente il portale d'ingresso architravato e sopra una finestra rettangolare ed è coronata dal timpano di forma triangolare, entro il quale si apre una finestrella polilobata[1].
Annesso alla parrocchiale è il campanile a pianta quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora ed è coronata dalla cupola a cipolla poggiante sul tamburo a base ottagonale, caratterizzato da finestrelle[1].
Interno
L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le quattro cappelle laterali, con gli altari della Madonna del Rosario e dei Santi Bernardino, Fermo e Diego a sinistra e a destra quelli del Crocifisso e della Madonna del Carmine, e le cui pareti sono scandite da lesene composite, sorreggenti la trabeazione sopra cui s'imposta la volta; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di due gradini e chiuso dall'abside poligonale[1].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, la maggiore delle quali è la pala ritraente la Madonna con Gesù Bambino e San Vigilio, eseguita nel 1805 da Pio Piatti[1].