La primitiva chiesetta taipanese sorse nel 1353 ed era abbellita da alcune ancone lignee realizzate dal maniaghese Giosfatte de Lordavinis[4].
Nel 1511 l'edificio fu raso al suolo da una scossa di terremoto e andarono perdute tutte le decorazioni; la struttura venne poi ricostruita[4].
Alla fine del XIX secolo, tuttavia, questa cappella si rivelò insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli e, così, venne autorizzata la sua sostituzione con una chiesa di maggiori dimensioni[1][4]. La prima pietra della nuova parrocchiale fu quindi posta nel 1893; la sua consacrazione venne impartita poi il 10 marzo 1903 dall'arcivescovo di UdinePietro Zamburlini[1], mentre nel frattempo, nel 1897, la vecchia chiesa era stata demolita[4].
Il terremoto del Friuli del 1976 arrecò alla struttura diversi danni, che furono poi sanati tra il 1985 e il 1987 su disegno dell'architetto gemonese Alberto Marini. Nel 2008 si è provveduto al rifacimento del tetto su progetto del tarcentino Edi Muzzolini[1].
Descrizione
Esterno
La facciata a capanna della chiesa, rivolta a occidente, è tripartita da quattro semicolonnecorinzie, poggianti su un alto basamento e sorreggenti la trabeazione e il frontonemodanato, al cui centro si apre un piccolo oculo chiuso da una grata; nel mezzo, preceduto da una breve scalinata, è collocato il portale d'ingresso, sormontato da un timpano triangolare e da un mosaico con soggetto Cristo Re, mentre ai lati si trovano due nicchie a tutto sesto[1][5].
Interno
L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, su cui si affacciano attraverso ampie arcate le due cappelle laterali; le pareti sono decorate con una serie di colonne e semicolonne a sostegno del cornicione, sopra il quale s'imposta la volta a botte lunettata. Al termine dell'aula si apre il presbiterio, rialzato di quattro scalini e preceduto dall'arco trionfale, mentre sul fondo si sviluppa l'abside, scandita da quattro semicolonne dalle quali si dipartono i costoloni che caratterizzano il catino[1].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali l'altare maggiore, impreziosito da due statue posta ai lati, i bassorilievi eseguiti all'inizio del XX secolo da Luigi Piccini e gli affreschi ritraenti le Tre virtù teologali e i Quattro Evangelisti, dipinti da mano ignota[5].