La prima citazione della chiesa di Moniga del Garda, che era filiale della pieve di Santa Maria di Manerba, è da ricercarsi nella relazione della visita pastorale del 13 ottobre 1454 del vescovo di VeronaErmolao Barbaro il Vecchio, che, con l'occasione, impartì la consacrazione[1]. Questo fatto farebbe supporre che la chiesa fosse stata riedificata in un periodo subito precedente[1].
Nel resoconto della visita pastorale del 1530 del vescovo di VeronaGian Matteo Giberti si legge che la chiesa monighese era una parrochialem ecclesiam[1] e che era dotata di due altari, dei quali il maggiore intotolato alla Madonna[2][3].
L'attuale parrocchiale è frutto del rifacimento condotto tra il 1778 e il 1796 in due momenti diversi[1]: dapprima venne riedificata la parte retrostante, mentre successivamente l'altra, comprendente la facciata[1][2][3].
Nel 2003 la chiesa subì un intervento di restauro condotto su disegno di Mauro Agosti[1]; nel 2004 l'edificio riportò alcuni danni a causa di una scossa di terremoto e dovette pertanto venir consolidata nel 2008 su progetto di Flavio Cassarino[1].
Descrizione
Facciata
La facciata, che guarda a nord-ovest, si presenta in stile barocco ed è divisa in due ordini da una cornice marcapianomodanata[1]; il registro inferiore è caratterizzato da sei paraste terminanti con capitelli in stile ionico, mentre quello superiore presenta due volute che lo raccordano a quello inferiore e quattro paraste con capitelli corinzi[1]. A coronare la facciata è il fastigio dotato di balaustra caratterizzato dal timpano spezzato e al centro da una croce di ferro[1].
Interno
L'interno della chiesa è ad un'unica navata sulla quale s'affacciano quattro cappelle laterali ospitanti gli altari laterali del Crocifisso, della Beata Vergine Maria, di San Giuseppe e della Beata Vergine del Rosario[1]. L'aula termina con il presbiterio di forma quadrangolare sopraelevato di tre scalini e a sua volta chiuso dall'abside, che all'interno è di forma semicircolare e all'esterno di forma poligonale[1].
La navata e il presbiterio sono coperti da volte a vela alternate a volti a botte, mentre l'abside dal catino tripartito da due costoloni[1].