Il convento dei frati cappuccini di Monterosso si è classificato al 1º posto nel VII censimento nazionale de "I luoghi del cuore 2014" del FAI - Fondo per l'Ambiente italiano con 110.341 segnalazioni[1].
Storia e descrizione
Edificato sul colle che divide i due centri di Fegina e Monterosso al Mare, l'intero complesso conventuale, con annessa la chiesa in stile francescano, furono costruiti a partire dal 1619 fino al 1622[2], anno che vide, il 28 marzo[2], l'apertura del sito all'ordine religioso. La chiesa è stata consacrata nel 1623[3] dal vescovo di Luni e Sarzana monsignor Giovanni Battista Salvago.
Con l'avvento della dominazione napoleonica, tra il finire del XVIII secolo e l'inizio del XIX secolo, il complesso religioso fu confiscato[2] ai francescani (1810) e convertito a sede di una guarnigione[2] della Repubblica Ligure nel Primo Impero francese. Il 1816, dopo la caduta di Napoleone Bonaparte, fu l'anno del ritorno dei frati[2].
All'interno della chiesa sono conservate diverse opere pittoriche e scultoree[3] quali: un Martirio dei santi cappuccini sulla controfacciata (XVIII secolo), un Cristo schernito di Bernardo Castello e una tela della Crocifissione da taluni attribuita al celebre pittore fiammingo Antoon van Dyck o semplicemente ad un ignoto pittore ligure del XVII secolo che s'ispirò alla tecnica del maestro.
Nella zona del presbiterio sono ancora custodite[3] quattro opere dei pittori Giuseppe Palmieri (L'Immacolata con i santi Fedele e Felice), Luca Cambiaso (Pietà e San Gerolamo penitente) e Bernardo Strozzi (La Veronica).
Un recente intervento di restauro del 2023 ha scoperto, ai lati della pala d'altare e celati da dipinti del XVII secolo, due casse settecentesche con le reliquie di martiri romani Albina, Palmazio, Quintiliano e Vittorino.
Il 22 marzo 2013 una frana[4] ha distrutto l'orto, il giardino del convento e lo storico muraglione, quest'ultimo alto circa 10 m. e costruito in pietrame e malta cementizia facente parte delle pertinenze del convento che nella costruzione originale è attribuibile al XVII secolo, ma che nel corso dei secoli subì rimaneggiamenti e modifiche in vari punti. La frana e circa 200 m3 tra i detriti del muro e parte del terreno dell'orto si sono riversati in gran parte sulla sottostante strada carrabile di collegamento tra l'abitato di Fegina ed il centro storico monterossino.
Note
^I luoghi del cuore 2014, su iluoghidelcuore.it. URL consultato il 20 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2017).