La chiesa di San Carlo all'Arena è una delle chiese monumentali di Napoli; si erge sul lato destro della via Foria, poco prima dello slargo che immette in piazza Cavour.
Storia
Il nome dell'edificio religioso deriva dalla vecchia via arenosa su cui sorgeva la chiesa, laddove l'acqua reflua proveniente dalle colline (la cosiddetta Lava dei Vergini) depositava i suoi detriti.
La chiesa fu costruita da Silvestro Cordella, su progetto di Giuseppe Nuvolo, nello spazio antistante l'antica murazione aragonese, ma venne completata dai cistercensi nel 1621; più tardi divenne rifugio militare durante tutto il periodo francese.
L'aspetto attuale del tempio è quello conferitogli dall'architetto Francesco De Cesare che la restaurò nel 1837 e dai lievi rifacimenti dopo un incendio che lo danneggiò nel 1923[1].
Interno
La chiesa è a pianta ellittica con sette altari.
I principali tesori della chiesa sono i bassorilievi di Vincenzo Annibale che raffigurano le Storie di San Carlo e un Cristo non meno interessante del Cristo Velato della Cappella Sansevero, ma sicuramente meno conosciuto.
Il crocifisso
Sull'altare maggiore è presente un crocifisso in marmo opera di Michelangelo Naccherino. Il Crocifisso, del 1599, proviene dalla Basilica dello Spirito Santo. Durante un incendio, la scultura si staccò dalla parete e precipitò sul suolo, provocando ingenti danni al marmo[2].
Il Crocifisso venne restaurato; in esso il Cristo suscita grande devozione da parte dei fedeli di via Foria ed emoziona per la sua bellezza, poiché quel marmo sembra manifestare le ferite della carne.
Note
Voci correlate
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