La costruzione di una prima chiesa nell'abitato di Crespino risale al XIII secolo, quando l'allora papa Gregorio IX, con l'investitura della famiglia Turchi, citata anche dei Turchi, di Ferrara, pretese l'erezione di un adeguato edificio sacro nel centro dell'allora Transpadana ferrarese. Già parrocchia alla sua istituzione, presente nell'estimo Eclesia S. Martini de Crespino datato 1410,[1] l'edificio viene in seguito citato nel verbale redatto nel 1473 da monsignor De Gottis, vicario ravennate in visita pastorale nella zona tra cui alcune parrocchie dell'allora diocesi di Adria, in cui nomina tal don Antonio come rettore della chiesa di San Martino in "Ville Crespini".[2]
Il secondo edificio viene citato in occasione della visita a Crespino di papa Clemente VIII datata 1598, che lì si recò per ringraziare Dio del felicissimo viaggio.
Nella prima metà del XVIII secolo, per far fronte all'aumento della popolazione e alle conseguenti esigenze dei fedeli, venne presa la decisione di smantellare il secondo edificio ormai ritenuto troppo piccolo, decisione concretizzatasi nel 1748.[3]
La facciata, tipica del barocco romano, presenta al centro fasci di colonne divisi da un cornicione che accentuano l'effetto prospettico. La parte alta, più stretta, affiancata da due obelischi, ha sulla sommità ricurva acroteri con fiamma. Tra le colonne quattro nicchie ospitano statue di santi. Tre sono le entrate, il portale centrale è sormontato da un frontone ricurvo.
Interno
L'interno è suddiviso in tre navate e transetto, la cupola centrale è sostenuta da quattro pilastri a capitello con stucchi floreali e trabeazione. Una scalea di marmo dà accesso al presbiterio e un'altra arcata racchiude l'abside dove è collocata la pala di Sant'Apollinare e dei Santi Martino e Severo di Jacopo Alessandro Calvi detto il Sordino (1740-1815) ai lati due vetrate.
Gli altari sono sette.
Entrando sulla destra l'altare della Madonna del Carmine in stile barocco, conserva la pala della Vergine (1779), segue l'altare di Sant'Antonio dove è posto un altro quadro di Alberto Mucchiati (1744-1828); di fianco una lapide e tre nicchie con le statue di San Rocco, San Giovanni Nepomuceno e un busto dell'arciprete Piero Colla.
L'altare del Crocifisso, ultimo a destra, accoglie Cristo morto in croce, fiancheggiato dalla Vergine, da San Rocco, dal soldato Longino e dalla Maddalena di Gandolfi[4].
La "terza ara" dedicata alla Vergine ospita il prezioso quadro La Vergine in Trono col Bambino, San Francesco e Santa Maria Maddalena di Benvenuto Tisi da Garofalo (1481-1559).
Il penultimo dallo stesso lato è dedicato alla Madonna con Bambino e ospita un quadro la Madonna del Buon Consiglio di Gennazzaro; la vetrata è del 1965.
L'altare della fonte battesimale, primo a sinistra, detto anche della Madonna del Rosario, è arricchito dall'omonima pala di Ippolito Scarsella detto Scarsellino. La "cappella delle reliquie dei martiri", situata all'entrata della navata laterale, conserva anche i resti sacri di Santa Saturnina.
La sagrestia è arredata con armadi intarsiati di radica e panche con schienali e fregi, eseguiti da Pietro Bongiovanni nel 1792. Da segnalare un prezioso crocifisso conservato in archivio.
Del campanile, alto 47 metri ed inclinato a nord-est, non è certa la data di costruzione, probabilmente risale all'inizio del '500. L'unico dato certo riguarda il rifacimento della cella, nel 1743, perché abbattuta da un fulmine.
Tra le opere, ancora di proprietà della parrocchia ma conservate altrove, si citano una miniatura quattrocentesca in smalto raffigurante la Pace circondata di Angeli, un San Martino a cavallo della scuola del Guercino, una Pietà di El Greco datata 1604, e infine due tele a tema religioso opera del pittore emilianoCesare Gennari (nipote del Guercino ).[5]
Adiacenze
La canonica risale al Duecento-Trecento ma ha subito numerosi rifacimenti.
Oggi vi è stato allestito un museo: Museo della Canonica di Crespino, che espone al pubblico varie tele: Maddalena al sepolcro mentre parla con Gesù, Gesù sulla via di Emmaus tra due discepoli, Nascita di S. Giovanni Battista e Decapitazione di S. Giovanni Battista entrambe di Cesare Gennari, una Pietà di El Greco, San Martino a cavallo (1600) e, S. Severo in vesti pontificali (1600) entrambe del Guercino .
Sono poi conservati paramenti sacri e calici del 1500 e 1600.
AA.VV., Il Veneto paese per paese, Vol. 2, Firenze, Bonechi, 2000, ISBN88-476-0006-5.
Rovigo e la sua provincia; guida turistica e culturale, seconda edizione, Rovigo, Provincia di Rovigo, assessorato al turismo, 2003, ISBN non esistente.
Pia e Gino Braggion (a cura di), Il sacro nel Polesine - Gli Oratori nella Diocesi di Adria, Volume primo, Conselve, Tip. Reg. Veneta, 1986, ISBN non esistente.
Alberino Gabrielli, Comunità e chiese nella diocesi di Adria-Rovigo, Villanova del Ghebbo, CISCRA, 1993, ISBN non esistente.
Ugo Soragni, Architetture e magisteri murari nel Settecento padano: l'attività dei "maestri" Santini tra Ferrarese e Polesine, Rovigo, Minelliana, 2002, ISBN non esistente.