La Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo è un ex edificio di culto cattolico della città di Pavia, in Lombardia.
Storia
La chiesa dei Santi Giacomo e Filippo è un edificio religioso di Pavia sito in Via Luigi Porta. Già esistente nel 1232 come parrocchia. Nel 1565 venne soppressa la chiesa parrocchiale di San Colombano maggiore[1] che venne unita assieme al suo xenodochio con i diritti ed i redditi alla parrocchia dei Santi Giacomo e Filippo. Rimase parrocchia fino alla soppressione del 1610. La chiesa, affidata ai Chierici Regolari di San Siro nel 1619, fu ricostruita secondo i dettami del concilio di Trento nel 1626 su progetto di Francesco Maria Richino[2]. Nel 1680 quando passò ai Missionari Lazzaristi di San Vincenzo, per poi - tra il 1887 ed il 1928 - essere retta dai padri Stimmatini. L'edificio è ora parte del CAR College di Pavia[3] ed è destinato ad auditorium[4].
Descrizione
La facciata, molto mossa, presenta un piacevole gioco cromatico tra il giallo dell’intonaco e il cotto delle cornici e delle profilature. Divisa orizzontalmente da due fasce marcapiano, la fronte è arricchita da colonne con capitelli di stile corinzio e nicchie, e si conclude con un timpano dotato di un marmoreo cartiglio inserito in una cornice in cotto. Internamente la Chiesa presenta, secondo i dettami del concilio di Trento, una grande aula unica, riccamente decorata da stucchi e marmi, pulpiti scolpiti, mentre gli altari laterali sono arricchiti da cappelle dotate di colonne tortili, timpani spezzati e sormontati da statue, e ornate con fasce a stucco formate da pendoni di fiori e frutti ben rilevati. La chiesa conserva un notevole numero di pitture barocche, come la pala d’altare, nella quale è raffigurata l’Assunzione della Vergine, di Giovanni Stefano Danedi, autore anche della pala con l’Adorazione dei Magi, a sinistra dell’altare. La tela a destra, con l’Adorazione de Magi, è di Pietro Micheli, a cui dobbiamo anche opere poste sempre nelle cappelle laterali.
Nella controfacciata è stata collocata una lunetta quattrocentesca, proveniente dalla demolita chiesa di Sant’Innocenzo, rappresentante la Vergine della Misericordia che accoglie sotto il suo manto i disciplini della confraternita di Santa Maria, forse opera di Agostino da Vaprio[5][6][7].
^Santi Giacomo e Filippo, su pavialcentro. URL consultato il 9 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2019).
Bibliografia
Susanna Zatti, L'architettura a Pavia dal XVII al XVIII secolo, in Banca Regionale Europea (a cura di), Storia di Pavia. L'età spagnola e austriaca, IV (Tomo II), Milano, Industrie Grafiche P.M., 1995.