La cattedrale di San Vladimiro (in ucrainoПатріарший кафедральний собор св. Володимира?, Patriaršyj kafedral'nyj sobor svjatoho Volodymyra; in russoКафедральный собор Святого Владимира?, Kafedral'nij sobor Svjatogo Vladimira o Владимирский собор, Vladimirskij sobor); conosciuta anche come Cattedrale Volodymyr'skyj, Cattedrale Vladimirskij) è una delle più grandi chiese di Kiev ed è collocata al centro della città.
L'interno è stato decorato da pittori, favorevoli al ritorno dei temi della storia degli antichi popoli russi, in stile neorusso o simbolista, come Michail Nesterov e Viktor Vasnecov.
Il progetto, in stile neobizantino, iniziato dagli architetti Ivan Štrom, Pavel Sparro, Rudol'f Berngard, K. Majevskij, Volodymyr Nikolajev, venne portato a termine da Aleksandr Vikent'evič Beretti. La struttura è quella tradizionale: un tempio a sei navate, tre absidi coronato da sette cupole. La croce sulla cupola maggiore, raggiunge l'altezza di 49 m.
La cattedrale venne completata nel 1882, tuttavia, la decorazione degli interni fu terminata solo nel 1896.[1]
La solenne consacrazione della cattedrale ebbe luogo, alla presenza dello zar Nicola II e di sua moglie l'imperatrice Alessandra Fëdorovna, il 20 agosto 1896.
La cattedrale rischiò di essere danneggiata durante la Guerra sovietico-polacca del 1920.[2]. Durante il periodo sovietico, la cattedrale riuscì a scampare alla demolizione ma non alla chiusura. Nel corso della seconda guerra mondiale divenne un museo della religione e dell'ateismo. Le reliquie di Santa Barbara, una martire del terzo secolo, vi furono traslate dal monastero dorato di San Michele prima che venisse distrutto nel 1934[3]. Dopo la guerra la cattedrale venne riaperta, ed era uno dei pochi posti dell'URSS dove i turisti potevano visitare una chiesa ortodossa funzionante.