I santi Canzio, Canziano e Canzianilla sono ritenuti dalla tradizione tre fratelli cristiani, che furono martirizzati nei pressi di Aquileia sotto l'impero di Diocleziano: sono venerati dalla Chiesa cattolica romana.
Biografia
La leggenda fiorita sicuramente non prima del VI secolo, ispiratasi alla Passio Anastasiae e progressivamente arricchitasi di particolari, afferma che fossero imparentati con la nobile e potente famiglia degli Anici. I tre fratelli sarebbero stati educati alla fede cristiana dal loro pedagogo Proto.
Morto l'imperatore Carino, che forse era loro parente, ed intensificata la persecuzione contro i cristiani, i tre fratelli avrebbero deciso di lasciare Roma e di rifugiarsi presso Aquileia, dove la famiglia possedeva dei terreni e il cui vescovo Crisogono era loro amico.
Prima di lasciare Roma avrebbero liberato tutti i loro schiavi dopo averli battezzati, venduto tutto ciò che possedevano e distribuito il ricavato ai poveri.
Giunti ad Aquileia, sarebbero stati informati del martirio di Crisogono, avvenuto presso Aquae Gradatae, località a circa dodici miglia da Aquileia (identificata con l'attuale San Canzian d'Isonzo).
Durante la notte apparve loro Cristo, che li esortava a recarsi sul luogo del martirio; il giorno successivo i tre fratelli e il loro pedagogo Proto si misero in viaggio su un carro trainato da mule. Arrivati alle Aquae Gradatae s'inginocchiarono e pregarono sulla tomba di Crisogono, ma furono arrestati dalle guardie dei magistrati aquileiesi Dulcidio e Sisinnio. Invitati ad abiurare la loro fede cristiana, Canzio, Canziano e Canzianilla con Proto rifiutarono e furono immediatamente decapitati.
Il monaco Zoilo, lo stesso che in precedenza aveva recuperato e sepolto il corpo di Crisogono, diede loro una sepoltura comune in una fossa rivestita di lastre marmoree. Anche il corpo di Proto fu sepolto nelle vicinanze.
In realtà, la fonte biografica più antica, Massimo di Torino, non fa menzione di alcun collegamento con Roma, immaginato sicuramente più tardi, ma afferma autorevolmente che erano fratelli di sangue e che furono martirizzati insieme mentre si allontanavano in cocchio da Aquileia. A Roma non risulta mai usato il nomen Cantianus; alcuni manoscritti riportano un unico Cantius, ma parrebbe una trascrizione errata del molto più attestato Scantius, di cui si conosce l'etimologia da un epiteto in latino antico. Riguardo alla provenienza dei tre martiri, l'ipotesi più probabile è che il loro nome (un riferimento anteriore allo stesso Massimo di Torino parla semplicemente dei Canziani) appartenga alla categoria degli etnonimi[1] indicante la loro provenienza dal centro proto-urbano di Cantium, presso il lago di Como, di cui si sa che fu evangelizzato piuttosto precocemente (attorno al 200 d.C.) e agevolmente collegato con il vivacissimo snodo commerciale di Aquileia attraverso le vie consolari Gallica e Postumia[2]. La presenza fin da antica data di importanti porzioni delle reliquie dei santi Canziani in Lombardia – parte dei quali furono trasportate a Sens e furono all'origine della diffusione della devozione per essi in Francia e Germania – e il fatto che quelle conservate presso il duomo di Grado fossero custodite in un'unica teca insieme a quelle di un antico vescovo lombardo (san Flavio Latino di Brescia, città collocata sulla via Gallica), va a corroborare decisamente questa ipotesi.
La ricorrenza della loro memoria è il 31 maggio, data della loro passione secondo la tradizione.
Gabriella Brumat Dellasorte, Biografia, su friulicrea.it, 11 marzo 2002. URL consultato il 23 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2016).