Il cantiere navale Ernesto Breda di Marghera è stato impiantato dopo la prima guerra mondiale, con il sorgere a Venezia del porto industriale e risalgono al 1917 i primi scavi e i primi lavori di banchinamento verso la sponda settentrionale del canale industriale Nord di Porto Marghera, zona nella quale vennero impiantati i bacini e la darsena su cui sarebbero sorti gli scali e l'area del cantiere.
Storia
Nelle intenzioni del suo fondatore, l'industriale Ernesto Breda, il cantiere avrebbe dovuto rispondere alle necessità di trovare rapidi sbocchi di mercato in previsione della necessità che avrebbe avuto l'Italia uscita dal conflitto di adeguare la propria flotta mercantile in vista di una ripresa dei traffici mercantili. La prima realizzazione avvenuta nel cantiere di Marghera fu un rimorchiatore varato verso la fine del 1920 e battezzato con il nome “Breda”.[1]
La grande guerra era stata molto importante per lo sviluppo della Breda, che si era orientata decisamente verso le produzioni belliche, in particolare proiettili, cannoni ed aeroplani. Ma la difficoltà a reperire materie prime (l'acciaio) e tecnologia (macchine utensili) spinse l'azienda a dotarsi di un'acciaieria interna. Nel dopoguerra le difficoltà di riconversione vennero superate con la scelta di focalizzare l'attività nella produzione di armi leggere nello stabilimento di Brescia e di aeroplani. La Società disponeva anche di un centro di ricerca e formazione, inaugurato nel 1917, che nel corso del '900 si sarebbe affermato come uno dei più importanti centri di ricerca nazionali nel campo della metallurgia.
Il secondo dopoguerra fu a causa dello smantellamento della produzione bellica un periodo di crisi profonda per la Breda. Di questa crisi ne risentì anche il cantiere che nel periodo 1949/50 venne occupato per 18 mesi dagli operai contro i licenziamenti.
Lo Stato intervenne in aiuto mediante il FIM un ente che era stato istituito nel 1947 con lo scopo di finanziare la riconversione delle industrie aeronautiche che erano state impegnate nelle produzioni belliche. Tra le aziende sostenute la FIAT e l'Olivetti, che furono in grado di restituire i prestiti ricevuti, mentre non fu così invece per la Breda che si era specializzata a tal punto nelle produzioni belliche ritrovandosi nell'immediato dopoguerra nelle condizioni di affrontare una difficile riconversione della sua produzione con gli stabilimenti gravemente danneggiati dai bombardamenti. La Breda essendo fortemente sovradimensionata rispetto agli sbocchi di mercato esistenti per i propri prodotti fu costretta a cedere il settore aeronautico della IMAM alla Aerfer della Finmeccanica e quello siderurgico alla Finsider e non essendo in grado di ripagare i propri nel gennaio 1962 la Breda costituì il nucleo intorno a cui fu creato l'EFIM, una nuova holding delle Partecipazioni statali[2] che tra i suoi compiti aveva quello di gestire le partecipazioni precedentemente detenute dal FIM, prevalentemente concentrate nel settore metalmeccanico.
La Breda venne così suddivisa tra una holding quotata in Borsa denominata Finanziaria Ernesto Breda (Finbreda) ed alcune società operative suddivise per area di attività, tra cui il Cantiere Navale Ernesto Breda di Marghera.
La Finbreda nella logica delle Partecipazioni statali, sostenne numerose iniziative industriali, soprattutto nel Mezzogiorno, anche in settori che erano lontanissimi da quelli originari di attività, ma il settore più strategico rimase quello dei sistemi di difesa e grazie all'acquisizione, avvenuta nel 1973, della Oto Melara la Finbreda costituì un “polo” dell'industria militare alternativo a quelli costituiti dall'IRI.
Tra il 1972 e il 1978 venne avviata una profonda ristrutturazione degli impianti, con la realizzazione di un nuovo bacino di capace di ospitare navi fino a 150 000 tonnellate di stazza, la cui costruzione terminò nel 1974.
Il periodo tra gli anni settanta e gli anni ottanta vide ricorsi massicci alla CIG e il blocco del turn-over ed in pochi anni gli organici vennero dimezzati.
L'Italcantieri, nel 1984, venne totalmente inglobata dalla Fincantieri che da holding finanziaria nell'ambito delle partecipazioni statali[3] assumeva in proprio l'attività operativa delle società che controllava.
Dopo l'acquisizione da parte della Fincantieri la denominazione del cantiere è “Fincantieri - Cantieri Navali Italiani Stabilimento di Venezia-Marghera”. La storica scritta "Breda" incisa su marmo posta all'ingresso venne così coperta dall'attuale cartello metallico "Fincantieri".
Negli ultimi anni lo stabilimento Fincantieri di Porto Marghera si è specializzato nella costruzione di grosse navi da crociera riuscendo a occupare in questo settore a livello mondiale importanti quote di mercato.