Con l'arrivo dei tedeschi in città, al dottore Edoardo Fanton, che insisteva per andargli incontro per accoglierli ordinò di non muoversi[5].
Nei giorni successivi Mazzaggio iniziò a raggruppare attorno a sé i fascisti di Vicenza e il 17 di settembre 1943 costituì ufficialmente il Partito Fascista Repubblicano di Vicenza[6]. Sul Giornale di Vicenza ribadì la rinnovata alleanza con la Germania e distensivamente annunciò per il futuro " nessuna imposizione nessuna vendetta ma una volontà tesa ad una fervida fusione fra popolo e soldati ed una pronta collaborazione con le autorità e le forze armate tedesche”[1][6]. Contro il moderato Mazzaggio iniziò rapidamente a coagularsi una opposizione attorno a Giovanni Battista Caneva, ex responsabile dell’Ufficio Sindacale della Federazione di Vicenza[1]. I frondisti si riunirono per qualche tempo all'Albergo Due Mori finché non si decisero a chiedere le dimissioni di Mazzaggio giudicato troppo accomodante[1].
Mazzaggio si recò quindi a Gargnano per un incontro e Mussolini lo promosse alla guida del Partito Fascista Repubblicano di tutto il Veneto, ma Mazzaggio rifiutò[1]. Secondo la testimonianza del fratello Aldo Mazzaggio resa nel 1984, rifiutò in quanto non intendeva porsi "agli ordini di qualche caporale tedesco"[1].
Nel dicembre fu comunque nominato vicecommissario governativo dell'AGIP appena trasferitasi a Milano[1], il commissario e amministratore delegato era l'ingegnere Carlo Zanmatti.
«Sottotenente raggruppamento bombardieri, gruppo batteria. Ferito al capo da una scheggia di granata avversaria, e sommariamente medicato, tornava al proprio posto di combattimento e rifiutandosi di allontanarsi dalla linea per le cure ulteriori, prendeva parte ancora ad altri quattro giorni di azioni continue di fuoco.» — Vallone di Brestvizza-Carso, 22 agosto 1917[7]
Note
^abcdefghiCopia archiviata, su storiavicentina.it. URL consultato il 20 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2018).
^Copia archiviata (PDF), su wikilibri.it. URL consultato il 25 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). pag. 1285