Boris Andreevič Michajlov (Борис Андреевич Михайлов; Charkiv, 25 agosto1938) è un artista e fotografoucraino, un documentarista sociale, testimone dei cambiamenti avvenuti nel suo paese fin dagli anni Settanta del Novecento.
La sua opera combina arte concettuale e fotografia documentaria ed esprime forti contenuti di critica sociale. Pone al centro della sua ricerca il post-comunismo, la frammentazione sociale seguita alla caduta del blocco sovietico, l'emarginazione, la povertà, l'identità e lo sradicamento.[1][2]
Biografia
Boris Michajlov nasce il 25 agosto del 1938 a Charkiv, Ucraina, ed è il primogenito di Andrej Michajlov e Chaja Michajlova, entrambi ingegneri. La famiglia annovera anche diversi artisti: il nonno materno, ad esempio, era un regista teatrale e gestiva un piccolo teatro non molto lontano da Kiev.[3]
Nel 1962 Michajlov si laurea in ingegneria elettronica all'Università di Kharkov. Lavora prima presso alcune compagnie di trasporto municipali di Kharkov, e dal 1963 al 1968 nella costruzione di missili. Le sue inclinazioni artistiche lo portano però a prediligere la fotografia e le riprese video, passioni che si diletta a praticare anche all'interno dell'impresa presso cui lavora. Con l'ausilio di una cinepresa e una macchina fotografica, inizia la sua carriera artistica girando un documentario all'interno dell'azienda. La sua prima serie fotografica, Susy e gli altri (1960-1970), è centrata sul corpo e la nudità: Michajlov riprende se stesso, gli amici e la moglie, fotografata in pose erotiche e nello stesso tempo clownesche.[4][5] Saranno proprio alcuni di questi scatti di nudo a farlo cadere nelle maglie del servizio segreto sovietico. Nel 1968, dopo aver trovato alcune foto della moglie nel laboratorio della fabbrica in cui lavora, il KGB lo accusa di pornografia; tutto il suo materiale viene sequestrato e perde il lavoro.[3]
Le prime serie fotografiche: 1968-1979
Trovato un nuovo impiego come ingegnere, continua a sviluppare da autodidatta la sua passione per la fotografia. Tra il 1968 al 1975 produce diverse serie fotografiche, documentando scene di vita quotidiana nell'Unione Sovietica, che contengono elementi di critica nei confronti della politica e della burocrazia sovietica.[6][7][8] Nella più nota di queste, Red, costituita da 84 foto a colori scattate a Kharkiv, la sua città natale, Michajlov utilizza principalmente il colore rosso, simbolo del comunismo sovietico, per rappresentare appuntamenti pubblici ufficiali, come le parate militari, o il paesaggio urbano e la vita quotidiana delle persone. Il rosso invade pesantemente le immagini, a riprova della totale penetrazione del partito e della politica in tutti gli aspetti della vita sociale e delle relazioni private.[9]
La serie Yesterday's Sandwich (1968-1975) è costituita da 55 fotografie a colori, realizzate con la tecnica della sovrapposizione. I diversi soggetti, accatastati uno sull'altro come un "sandwich", comprendono paesaggi urbani surreali, ritratti o corpi nudi, scene della vita quotidiana sovietica. Ne risulta un "doppio mondo", nel quale il grigiore della quotidianità si alterna a immagini giocose e grottesche di sesso, nudità, guerra. A causa delle restrizioni che colpivano gli artisti nell'era sovietica, la forma iniziale di questa installazione fu quella di uno slideshow di 12 minuti composto da 184 diapositive proiettate una sull'altra; solo verso la fine degli anni Ottanta, Michajlov riesce a produrre la stampa delle singole immagini.[10] Nel saggio che accompagna il libro che nel 2006 presenta al pubblico[11], Michajlov scrive che in quel periodo "la crittografia era l'unico modo per esplorare soggetti proibiti come la politica, la religione, la nudità."[12]
A cavallo tra il 1976 e il 1980 si licenzia per dedicarsi a tempo pieno alla professione di fotografo.[13] Scatta ritratti e provvede egli stesso alla colorazione delle sue fotografie; anziché seguire le regole di estetica ufficiali dettate dal regime, preferisce uno stile kitsch, intriso di una sfumatura ironica. Verso la fine degli anni Settanta si unisce ad un gruppo di appassionati di fotografia che si scambiano reciprocamente consigli su come migliorare le proprie tecniche. Successivamente, preferisce proseguire i contatti con i fotografi dei paesi baltici piuttosto che con la comunità ucraina, dal momento che, secondo il fotografo, i primi avevano sviluppato un'interessante estetica visiva.[13]
Nel 1979 si reca a Mosca per esporre le proprie fotografie; Illja Kabakov, esponente del concettualismo moscovita, rimane molto colpito da due delle esposizioni di Boris, Serie Rossa (che per la prima volta gli fa ottenere la notorietà come fotografo delle realtà sovietiche)[14] e l'Archivio Nero, e lo invita nel proprio studio. I due artisti diventano amici e rimangono in contatto da quel momento in avanti.[15]
Anni Ottanta
Nel 1982 Boris inaugura un nuovo stile con le serie Viscidity e Horizontal Pictures, Vertical Calendars, abbinando alle fotografie dei manoscritti. Aveva imparato questa tecnica durante il suo periodo a Mosca, quando era entrato in contatto con i concettualisti. Nello stesso anno produce anche la serie Crimean Snobbery, nella quale partecipa come protagonista con alcuni suoi amici in pose sia comiche che erotiche.[15]
Si fa risalire al 1984 Unfinished Dissertation, sebbene venga pubblicato poi nel 1998.[15] È un libro fotografico annotato da citazioni di libri e riviste filosofiche, osservazioni, riferimenti autobiografici, estratti d'arte e di scienza. In questa occasione un curatore ed esperto di fotografia di Praga, interessato al suo lavoro, lo invita nel suo paese: è la prima esposizione di Michajlov in un paese comunista non appartenente all'Unione Sovietica.[15]
Nel 1986 produce la serie Salt Lake, 65 fotografie a colori che ritraggono persone che si bagnano in un lago circondato da fabbriche nelle vicinanze di Slavjansk, il paese nel sud dell'Ucraina in cui è nato suo padre.[16]
Anni Novanta: la caduta dell'Unione Sovietica
Dopo la caduta dell'Unione Sovietica nel 1991, Boris Michajlov lavora alla serie By the Ground, un centinaio di foto in tonalità seppia, con l'intento quello di mettere in risalto il disagio della sua città natale, Charkiv, e della sua popolazione, provata dalla crisi economica seguita alla dissoluzione dell'Unione Sovietica.[17] Nello stesso anno, Lynne Cook invita Boris Michajlov alla mostra Carnegie International al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh: per la prima volta esibisce le sue opere negli Stati Uniti d'America.[17]
Nel 1992, nella serie I am not me il protagonista è il corpo umano: Michajlov si fotografa nudo in varie pose, con un giocattolo sessuale e un clistere.[2]
Ripetendo la tecnica usata in By the Ground, nel 1993 pubblica At Dusk, una raccolta di fotografie realizzate nella tonalità del blu, che rende il clima di degrado più lampante e opprimente. Nei suoi scatti riesce ad imprimere la depressione che traspare dai volti dei soggetti fotografati, la povertà, la disoccupazione e la perdita di dignità che ne consegue.[17]
Nell'esposizione del 1995 nel Portikus a Francoforte, poi trasferita al Kunsthalle di Zurigo, uno tra i più importanti centri d'arte contemporanea, per la prima volta in occidente Boris propone un'ampia panoramica della sua produzione dagli albori a quel momento.[17] Grazie alla visibilità ottenuta, inizia una collaborazione con la gallerista Barbara Gross. Sull'onda della popolarità, Michajlov apre la galleria d'arte Up/Down a Charkiv collaborando con Sergej Bratkov, artista e fotografo ucraino.[18]
Nel 1997 inizia a lavorare sull'ampia serie Case History, circa quattrocento foto scioccanti che esplorano la condizione dei "bomzhes", i senzatetto nella città industriale di Kharkov, nuova classe emersa dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991[19]. L'anno successivo viene pubblicata a Berlino Unfinished Dissertation e Michajlov viene insignito dell'Albert Renger-Patzsch Award ad Essen.[18]
Nel 2003 il foto-museo di Winterthur esibisce A Michajlov Retrospective, una mostra itinerante che tocca Boston, Barcellona ed Amsterdam. Viene premiato a San Pietroburgo con il General Satellite Corporation Art Prize per il contributo allo sviluppo dell'arte russa contemporanea.[20] Nel 2004 Look at me I look at water viene pubblicato da Steidl. Nel 2006 pubblica Yesterday's Sandwich e nello stesso anno va in Giappone, dove documenta la quotidianità della vita giapponese nella serie fotografica Banzai! Nel 2007 e nel 2017 viene invitato ad esibire le sue opere nella Biennale di Venezia.[20]
Nel 2011 l'editore Verlag pubblica Tea Coffee Cappuccino, una raccolta delle foto sulla vita quotidiana di Charkiv, scattate tra il 2000 e il 2010. Le tematiche affrontate sono le stesse di quando iniziò a usare la macchina fotografica, ma ora utilizza la pellicola a colori, affinché traspaiano le modifiche apportate agli spazi pubblici da una economia capitalista.
Boris Michajlov, Intermezzo, Guido Costa Projects, Torino, Italia.
Boris Michajlov, Case History / Salt Lake, Muzeum Historii Fotografii, Krakow, Polonia.
2007
Banzai!, Galerie Barbara Weiss, Berlino, Germania
Boris Michajlov, Look At Me I Look At Water, Sprengel Museum, Hannover, Germania
Sandwich, Barbara Gross Galerie, München, Germania
Yesterday, Boris Michajlov, Kunst Meran Im Haus der Sparkasse, Merano, Italia
Intimacy, Matthew Bown Gallery, Berlino e Londra
Boris Michajlov, Beach, Rat Hole Gallery, Tokyo
52th Biennale di Venezia, Pensa con i sensi, senti con la mente: l'arte del presente - Ukrainian Pavilion: Poesia su un mare interno; serie: Tea, Coffee, Cappuccino, Venezia, Italia
2008
The Wedding, Sprovieri Progetti, Londra, Regno Unito
Historical Insinuations, Multimedia Complex of Actual Arts at Moscow Contemporary Art Center, Mosca, Russia
Bricolage, NCCA, National Center For Contemporary Art, Mosca, Russia
Red, Brown, Yesterday's Sandwich, Art4.ru, Contemporary Art Museum, Mosca, Russia
Look at me I look at Water or Perversion of Repose (1999), Suzanne Tarasieve Galerie, Parigi, Francia
2009
1989. End of History or Beginning of the Future?, Kunsthalle Wien, Vienna, Austria
1989. End of History or Beginning of the Future?, Villa Schöningen, Potsdam, Germania
Dusk, Deweer Gallery, Otegem, Belgio
Yesterday’S Sandwich: 1960/70, Loft 19, Suzanne Tarasieve Paris, Parigi, Francia
2010
At Dusk, 1993, Suzanne Tarasieve Galerie, Parigi, Francia
^(DE) Boris Mikhailov, su Munzinger-Archive. URL consultato il 15 maggio 2018.
^(EN) Johanna Mizgala, Boris Mikhailov, Museum of Modern Art, New York, 26 May to 5 September 2011., vol. 90, Les Productions Ciel variable, 5 settembre 2011, p. 87, OCLC809428575.
^(EN) Allen Fergus, In Russia Today, vol. 40, Londra, London Magazine Ltd, 1º agosto 2000, p. 105, OCLC675766334.