Boleslaw Barlog nacque il 28 marzo 1906 a Breslavia, figlio di un avvocato cattolico.[1] A Berlino frequentò l'Oberrealschule e completò un apprendistato come libraio. Oltre ai libri, il suo amore era il teatro e così esordì e si formò fino al 1933 come assistente con Karlheinz Martin e Heinz Hilpert al Berlin Volksbühne, negli anni che dall'espressionismo si passava al realismo delle Nueue Sachlichkeit (1930-1933),[2] però ebbe problemi lavorativi con la presa del potere da parte dei nazionalsocialisti.[1]
Effettuò qualche lavoro occasionale come un il bagnino in Wannsee e l'impiegato ai Giochi Olimpici del 1936, fino a quando rientrò nell'ambiente cinematografico. Nel 1937 ricominciò a fare l'assistente alla regia, questa volta nel UFA con i registi Wolfgang Liebeneiner e Helmut Käutner,[1]e dirigendo poi otto film.[2]
Dopo la fine della seconda guerra mondiale assunse la direzione del Schiller Theatre.[3][4] Come direttore generale dei teatri di prosa di stato berlinesi Barlog è stato attivo fino al 1972 e mise in scena durante questo periodo più di cento opere teatrali.[1]
(DE) B. Barlog, Theater lebenslänglich, Monaco di Baviera, Universitas Verlag, 1981.
(EN) William Grange, Barlog, Boleslaw, in Historical Dictionary of German Theater, Scarecrow Press., 2006.
(DE) Elizabeth Janik, Recomposing German Music: Politics And Musical Tradition in Cold War Berlin, Brill, 2005.
(DE) Wilhelm Kosch, Borlag, Boleslaw (Stanislaus), in Deutsches Literatur-Lexikon, Walter De Gruyter, 1999.
(EN) Michael Patterson, Peter Stein: Germany's Leading Theatre Director, Cambridge University Press., 1981.
(DE) R. Vande Winkel e I. Van Linthout, "Für den dämlichen Titel kann ich nichts". Wenn die Sonne wieder scheint nach Stijn Streuvels' Roman der Flachsacker im Rahmen der nationalsozialistischen Flamenpolitik, in Filmblatt, XIII, n. 36, 2008, pp. 60-72.
(EN) Denise Varney, Theatre in the Berlin Republic: German Drama Since Reunification, Peter Lang, 2008.
(DE) Gestorben: Boleslaw Barlog, in Der Spiegel, 22 marzo 1999).