Sembra che il nome derivi dal latino "serrula" (o serrulae), che significa piccola sega, in quanto i romani utilizzavano il legname di questi luoghi, inviato poi per fluitazione verso sud tramite il Tevere.
È servito dalla strada statale 257 Apecchiese che, soprattutto nel tratto che da Città di Castello sale verso il valico, rappresenta un vero paradiso per i motociclisti. Da qui proviene anche la Croce di Bocca Serriola, situata presso la città di Pesaro, i cui legni sono stati prelevati da questa medesima località.
^Si riportano le fonti per i tre punti di vista. Tra le fonti che considerano il valico di Bocca Trabaria il limite tra Appennino tosco-emiliano (e quindi l'Appennino settentrionale) ed Appennino umbro-marchigiano (e quindi l'Appennino centrale) si citano:
Romano Gasperoni, Fulvio Fulvi, Umbria e Marche, edizioni Fabri, 1985 (pagina 94)
Marco Salvo, Daniele Canossini, Appennino ligure e tosco-emiliano, Touring Editore, 2003, ISBN 978-88-365-2775-5; consultabile su Google libri a pagina 479;
Adriana Pintori, Maribel Andreu, Diamoci dentro! cultura e civiltà italiana, edito da Università Autònoma de Barcelona, 1996, ISBN 978-84-490-0728-6; consultabile su Google ricerca libri a questa pagina;
Romano Gasperroni, in Viaggio in Italia – anno II – volume 37 – Appennino Umbro-Marchigiano, (Gruppo Editoriale Fabbri) Milano 1983;
Università di Bologna - Istituto di geografia - Studi geografici... (pagina 114)
Tra le fonti che considerano invece come limite il valico di Bocca Serriola si citano: