Nato a Parigi nel 1700, nel 1716, Bartolomeo si trasferì a San Pietroburgo, in Russia, insieme a suo padre, lo scultore italiano Carlo Bartolomeo Rastrelli (1675-1744).[1] La sua ambizione era quella di combinare l'ultima moda architettonica italiana con le tradizioni dello stile barocco moscovita. La prima importante commissione arrivò nel 1721 quando gli fu chiesto di costruire un palazzo per il principe Dimitrie Cantemir, ex re della Moldavia. Rastrelli fu nominato architetto principale di corte nel 1730. Le sue opere trovarono il favore delle sovrane del suo tempo, così mantenne questo incarico per tutto il regno delle imperatrici Anna (1730-1740) ed Elisabetta (1741-1762). L'ultimo e più ambizioso progetto di Rastrelli fu il Monastero Smol'nyj a San Pietroburgo, dove l'imperatrice Elisabetta avrebbe dovuto trascorrere il resto della sua vita. Il campanile progettato doveva essere l'edificio più alto di San Pietroburgo e di tutta la Russia.
La morte di Elisabetta nel 1762 impedì a Rastrelli di completare il suo grandioso progetto.[1] La nuova imperatrice, Caterina II, considerava l'architettura barocca come una "panna montata" all'antica, e l'anziano architetto dovette ritirarsi in Curlandia dove supervisionò il completamento e la decorazione dei palazzi ducali. I suoi ultimi anni trascorsero nell'oscuro commercio con i trafficanti d'arte italiani. Fu accolto all'Accademia Imperiale delle Arti alcuni mesi prima di morire.[1] Dal 1923, una piazza di fronte al Monastero Smol'nyj porta il suo nome. È soggetto di una composizione, Rastrelli in Saint Petersburg, scritta nel 2000 dal compositore italiano Lorenzo Ferrero.
^(EN) Trudy Ring, Noelle Watson e Paul Schellinger (a cura di), Saint Petersburg, in International Dictionary of Historical Places, vol. 2: Northern Europe, London, Routledge, 2013, ISBN9781136639449.