Fu un innovatore nel campo della scenografia teatrale.[1] Tale "decoratore di raro ingegno",[2] si concentrò sulla ricerca del colore in linea con le tendenze del Romanticismo.[3]
La scenografia del 2° atto di Âme en peine, di Friedrich von Flotow sul libretto di Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges, realizzato per l'Opera di Parigi, rappresentò, in un certo senso, la sua prima rappresentazione. Le opere per le quali realizzo le scenografie sono dei capolavori: nel 1846, egli realizzò la scenografia per il 2° atto di Betly di Donizetti. La sua fama iniziò in quel momento: il 1° atto di Zerline di Auber; il 1° atto dell'Ebreo errante di Halévy; il 4° atto de la Fronde, di Louis Niedermeyer; il 1° atto di Piero de Medici di Giuseppe Luci Poniatowski; il 3° atto de La regina di Saba di Gounod; il 1 e 2 atto de l'L'Africana di Meyerbeer; il 1° atto di Roland à Roncesvaux di Auguste Mermet; il 4° atto de Don Carlo di Verdi; il 1° e il 5° atto di Amleto di Thomas; il 4° atto del Faust di Gounod; il 1° atto di Coupe du roi de Thulé,[4] di Eugène Diaz; il 3° atto di Giovanna d'Arco di Mermet; il 3° atto di Sylvia di Delibes; il 1° e 5° atto de il Re di Lahore di Massenet; il 3° atto di Polyeucte di Gounod; la 2° scena e il 4° atto dell'Aida di Verdi; il 2° atto de La Korrigane di Charles-Marie Widor;[5] il 1° e 4° atto de Il tributo di Zamora di Gounod; il 1° atto di Namouna di Delibes; il 1° atto di Saffo di Gounod; il 1° e 4° atto di Sigurd di Reyer; il 1° atto de Les Deux pigeons di Messager; il 3° atto di Patrie di Émile Paladilhe; il 2° e 5° atto di Roméo et Juliette di Gounod; la 3° scena di Ascanio di Saint-Saens.[1]
Nel 1858, egli dipinse uno splendido soffitto per il Théâtre-Français, raffigurante Apollo a cavallo di Pegaso tra i personaggi che hanno ispirato i capolavori degli attori drammatici e comici francesi che, distrutto dal gas, fu ridipinto nel 1879 da Alexis-Joseph Mazerolle.[1] L'ultima opera a cui egli lavorò fu il sipario della nuova Opéra-Comique. E anche quello dell'Opera.[7]
Quando morì, all'età di ottant'anni, Rubé era diventato un decano dei pittori e dei decoratori.[1] Il 14 agosto 1869 fu nominato cavaliere della Legion d'Onore.[7] A coloro che si rammaricavano che le sue capacità pittoriche fossero limitate alla decorazione, rispondeva con un bel sorriso: "Cosa volete, ho il teatro nel sangue!"[8]
«Aveva, con i suoi forti baffi, l'aspetto di un comandante in pensione. La sua natura schietta e altamente etica rispondeva bene al suo viso schietto e aperto.[9]»
Note
^abcde(FR) Par-ci, par-là, in Le Voleur illustré : Cabinet de lecture universel, 72e année, vol. 51, n. 2182, Paris, 30 aprile 1899, pp. 274. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^(FR) Nos Échos, in Le Journal, n. 2391, Paris, 15 aprile 1899, p. 1. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^Before him, under Louis XIII, each site was simply indicated on a background. Corneille's adoption of the unity of place in his tragedies led to a single set. Despite attempts, during the 18th century, to fight against this theatrical conception which restricted action, it was not until the dramatic revolution of Victor Hugo, Dumas and Vigny that living dramas were conceived and reality reproduced on stage.
^abc(FR) Nécrologie, in La Chronique des arts et de la curiosité : Supplément à la Gazette des beaux-arts, n. 16, 22 aprile 1899, pp. 147. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^(FR) Les Peintres décorateurs, in Le Gaulois : Littéraire et politique, n. 6334, 14 aprile 1899, p. 1. URL consultato il 19 gennaio 2018.
^(FR) Santillane, Un grand décorateur, in Gil Blas, n. 7089, 15 aprile 1899.