Ancora oggi la gara è ricordata grazie al film La grande olimpiade (1960), di Romolo Marcellini, che la descrive minuziosamente e con dovizia di immagini.
L'eccellenza mondiale
La scena mondiale è dominata dallo statunitense Rafer Johnson (argento a Melbourne) e dal taiwanese Yang (che vive negli Stati Uniti e studia nella stessa università del rivale). Alle selezioni olimpiche (notoriamente "open" negli Stati Uniti), Johnson batte Yang e migliora per la terza volta il record mondiale con 8.683 punti.
L'unico che ai Giochi potrebbe fare da terzo incomodo è il sovietico Kusnetsov, già detentore del record mondiale. Ma il russo è reduce da un infortunio e non sarà mai veramente in lotta per l'oro.
Risultati
I due protagonisti sono vicini in tutte le specialità; alla fine della prima giornata è davanti Johnson di soli 55 punti: 4647 contro 4592.
Nella seconda giornata i due si scavalcano più volte in testa alla classifica. Johnson giunge in vantaggio di 67 punti prima della prova finale, i 1500 metri. In questa gara il taiwanese vanta un personale di 4'36", mentre lo statunitense ha un personale ben più alto: 4'54"2, stabilito a Melbourne. Yang, se vuole vincere, deve staccare Johnson di almeno dieci secondi. La gara è massacrante: Johnson si incolla dietro Yang dall'inizio alla fine. Yang sprinta in rettilineo, ma riesce a distanziare il rivale di soli 1"2 secondi.
Dopo l'enorme fatica Johnson dirà "Mai più" e infatti alla fine della stagione si ritirerà dall'attività agonistica. Farà in tempo a ricevere il premio come migliore atleta USA dell'anno negli sport non professionistici.
(EN) the Organizing Committee, Athletics (PDF), in The games of XVII Olympiad - Rome 1960, Volume Two part 1, Roma, 1960, pp. 59-213. URL consultato il 4 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2008).