Era signore di Tintinhac, probabilmente un feudatario del visconte di Turenna, e molto orgoglioso della sua eredità, come viene indicato quando lui si riferisce a sé stesso anonimamente come sel de Tintinhac: "quello di Tintinhac".
La vida di Peire de Valeira sembra confondere esplicitamente il suo soggetto con Arnaut (almeno in alcuni punti) ...
«Peire de Valeira era originario della Guascogna, dalla terra del signore Arnaut Guillem de Marsan. Era un menestrello nel periodo stesso in cui visse Marcabru e scrisse componimenti poetici secondo la maniera del tempo, con parole inconsistenti, parlando di foglie e fiori e canzoni e uccelli. Le sue canzoni non hanno grande valore, e nemmeno lui.»
Opera
Ci sono pervenuti quattro dei suoi componimenti poetici, di cui uno — Bel m'es quan l'erba reverdis — attribuito in un manoscritto a Raimon Vidal. Nelle sue espressioni ricorda Marcabru e Bernart Marti e nella sua atteggiamento aggressivo verso l'incoraggiamento dell'amor cortese, ugualmente somiglia ai primi trovatori. In modo analogo ad altri trovatori guasconi, come per es. Peire de Valeira, impiega le metafore della natura, come per es. all'inizio di questa canzone:
(OC)
« Molt dezis l'aura doussana lanquan vei los albros floritz et aug d'auzels grans e petitz lur chans per vergiers e per plais; e, qui d'amor ha enveja, si.n aquel temps no se pleja, no vueill son lonc respeit mi do.»
(IT)
« Molto desio ho dell'aura dolce quando vedo gli alberi fiorire e tra le siepi e gli orti audire, canti d'augelli piccoli e grandi; e, chi per amore anela, se a quell'or non si piega, tregua non vo' mi si dia.»
Gli altri due suoi componimenti sono Molt m'es quan l'erba renverdis e Lo joi comens en un bel mes.
Lo joi comens en un bel mes
(OC)
«
Lo joi comens en un bel mes,
en la meillor sazo de l'an,
quan li auzel menon lur chan
ab lo dous termini d'estiu
qu'aport una doussa sabor:
per que s'alegron chantador -
et ieu, las! torn en recaliu...
Ves tal amor me vira-l fres,
qu'anc no s'azautet de truan;
ni negus no s'en an gaban,
ni sos amicx no l'en chastiu!
qu'anc no fes blasme ni folor -
ans porta de beutat la flor
e de ric pretz nominatiu.
Petit son d'amoros cortes
que sapchon gaire, al mieu semblan
enquerre d'Amor com ni quan...
mas, pos joi es el mager briu,
aqui pareisson li meillor
que sabon tener fin' Amor -
e.l fols eis de son senhoriu.
»
(IT)
«
La gioia inizia in un bel mese,
nella stagion miglior dell'anno,
quando gli augelli cantan
nel mite aere d'estate
pien di dolce sapore:
per cui si rallegrano i cantori -
ed io, ahimè! torno al caldo...
Un tale amor mi porta al freno
laddove non s'odono i villani:
a che nessuno se ne rida,
e i suoi amici non castiganla!
che giammai fe' biasmo o follia -
anzi porta di beltà il fiore
e di molto valor è rinomata.
Pochi vi son cortesi amanti
che sappiano, a mio avviso,
cercar l'amor come e quando...
ma, quando la gioia ha più brio,
è allor che vedonsi i migliori
che san serbare 'l fin'amore -
e il folle esce da sua signoria.
»
Note
^ Trobar, Arnaut de Quintenac (BEdT 32a). URL consultato il 5 marzo 2013. Saverio Guida afferma che le fonti documentali attestano Quintenac come variante di Tintinhac
Bibliografia
(ES) Egan, Margarita, ed. e trad. The Vidas of the Troubadours. New York: Garland, 1984. ISBN 0824094379.
(ES) Riquer, Martín de. Los trovadores: historia literaria y textos. 3 vol. Barcelona: Planeta, 1975.