Nel corso della sua permanenza in Africa settentrionale[4] partecipò a missioni di bombardamento sia per il supporto all'offensiva italiana iniziale che si arrestò a Marsa Matruh,[5] ma soprattutto operò per il contrasto alla controffensiva inglese della fine del 1940 che con la 6ª Divisioneaustraliana nel corso dell'Operazione Compass quasi distrusse la decima armata italiana[6]. In qualità di capo pattuglia di una formazione di tre velivoli, dopo che un caccia inglese ebbe abbattuto il suo gregario di destra, fu a sua volta abbattuto e costretto ad atterrare, senza carrello, e ancora con tutto il carico di bombe a bordo, sull'aeroporto di Tobruk.
Rientrò a Roma in seguito alla morte del fratello Athos Ammannato, ed assegnato con lo stormo sull'aeroporto di Poggio Renatico (Ferrara), assunse il comando della 235ª Squadriglia lasciato vacante per la morte del fratello. Nell'ottobre del 1941[7] lo stormo fu destinato ad operare dall'aeroporto di Treviso, dove il personale di volo incominciò l'addestramento per il passaggio alla caccia notturna. Frequentato un primo corso di volo senza visibilità presso l'aeroporto di Linate (Milano), ne seguì[8] un secondo a Venlo,[7] nei Paesi Bassi e a Echterdingen, in Germania, volando su apparecchi tedeschi per la caccia notturna Messerschmitt Bf 110C-3[7] e Dornier Do.217J-1/2, che entrarono successivamente in servizio presso la sua squadriglia.[9]
Nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 1943[9] una formazione di quadrimotori inglesi Avro Lancaster di ritorno da un bombardamento sulla centrale idroelettrica di Cislago[9] (Varese), viene intercettata da alcuni caccia notturni italiani tra il Do. 217J-1[9] di Ammannato, decollato su allarme.[10] Avvistato contro luna un Avro Lancaster Mk.III (EM – W) al comando dal Pilot Officer L.E. Stubbs lo abbatté, senza l'ausilio del radar, dopo un breve inseguimento.[10] Il velivolo nemico cade sul greto del fiume Ticino, nei pressi del comune di Cassolnovo (vicino a Vigevano) causando la morte[N 5] di quasi[9] tutti i membri dell'equipaggio.[10]
La carriera nel dopoguerra
Al termine della guerra risultava decorato con una terza Medaglia d'argento e una seconda di bronzo al valor militare, oltre a una promozione per meriti di guerra. Nel corso del 1945 perse la vista[11] in seguito ad una bonifica di ordigni inesplosi eseguita sull'aeroporto di Frosinone. Nel 1949 si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Roma e nel 1956 divenne Vice Presidente nazionale dell'Unione Italiana Ciechi[12] e due anni dopo dell'Istituto nazionale case popolari per i ciechi, ricoprendo tale incarico fino al 1974.[12] Nel corso del 1966 entrò nell'esecutivo dell'Organizzazione mondiale per la promozione sociale dei ciechi e tre anni dopo in quello della Federazione internazionale dei ciechi. Dal 1968 convocò a Brescia il primo convegno dei ciechi di guerra,[12] (AICG) e fu presidente della Biblioteca italiana per ciechi "Regina Margherita" di Monza, cui diede notevole impulso. Ricoprì, tra il 1982 e il 1985, l'incarico di Presidente dell'IKK Internationaler Kriengsblinder Kongress (Congresso Internazionale delle Associazioni dei Ciechi di Guerra)[13] Elevato al grado di generale di squadra aerea, insignito della Medaglia d'Argento per i benemeriti della cultura, del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana e di Commendatore della Repubblica federale tedesca, si spense il 22 gennaio 2007.
«Capo equipaggio di apparecchio da bombardamento già distintosi in precedenza, partecipava a molte altre difficili azioni belliche, affrontando con calma e sprezzo del pericolo la violenta reazione contraerea e la minaccia della caccia nemica e contribuendo efficacemente con la sua azione abile ed audace, al brillante esito delle missioni. Cielo di Spagna, luglio-agosto 1938.» — Regio Decreto 27 maggio 1940
«Combattente sereno ed ardimentoso, già ripetutamente provato in precedenti missioni di guerra, confermava, in numerose altre azioni di bombardamento di munite posizioni nemiche, le sue belle doti di soldato. In alcuni accaniti scontri con la caccia, contribuiva, con la sua azione coraggiosa ed esperta, all’abbattimento di quattro avversari. Cielo di Spagna, settembre 1938-febbraio 1939.»
«Ufficiale pilota, volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, partecipava a varie azioni di bombardamento su obiettivi molto lontani dalla base e fortemente difesi, dando prova, sotto l’intensa reazione contraerea, di perizia e coraggio ammirevoli. Cielo di Spagna, aprile-luglio 1938.» — Regio Decreto 13 maggio 1940
«Abilissimo primo pilota di velivolo da bombardamento, in numerose e rischiose azioni di guerra dava costante prova di serenità, sia sotto il violento e intenso fuoco contraereo, che durante gli attacchi della caccia nemica, dimostrando belle doti di valoroso ed ardito combattente. Cielo del Mediterraneo e della Cirenaica, settembre 1940-gennaio 1941.» — Regio Decreto 22 gennaio 1942[15]
^Frequentando le palestre, presso i Padri Stimmatini di Santa Croce in via Flaminia e, in seguito nelle società sportive e negli istituti superiori, si dimostrò un valente atleta.
^Registrato alla Corte dei conti addì 21 febbraio 1951, registro n.11 Ministero Difesa-Aeronautica, foglio n.183.
Bibliografia
Emilio Brotzu, Gherardo Cosolo e Michele Caso (a cura di), Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale, Caccia-Assalto Vol.3, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1972.
(EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN1-871187-01-X.
I reparti dell'Aeronautica Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1977.
Vincenzo Lioy, Gloria senza allori, Roma, Associazione culturale Aeronautica, 1953.
Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
Periodici
Antonio Marin, Un grazie a di riconoscenza a Frontini, Ammannato e Grassi, in L’Incontro, Roma, Associazione Italiana Ciechi di Guerra, gennaio-aprile 2007.