Appartenente ad una famiglia di marmisti di Castione operante come lapicidi dalla fine del XVI secolo, fu figlio di Rocco e fratello minore di Domenico. Imparò l'arte di lapicida presso l'officina di suo padre. Andò a Roma per dedicarsi alla scultura e all'architettura. Ritornò nel 1738 a Castione per lavorare prima con il padre e dal 1742 dopo la morte di quest'ultimo con suo fratello Domenico che aveva assunto la guida dell'officina.[1]
Andrea Bianchi, Luciana Giacomelli (a.c.), Scultura in Trentino: Il Seicento e il Settecento volume secondo, Trento, Provincia Autonoma di Trento, 2003, ISBN88-86602-55-3.