Nell'opera intitolata Teologia animale (Animal Theology) Linzey argomenta in favore dei diritti degli animali da un punto di vista teologico: Dio ha dei diritti («teodiritti») su quanto ha creato, e ne fanno parte anche gli animali che, per la loro situazione di debolezza nei confronti dell'uomo, devono essere da questo tutelati come porzione più fragile, rispetto a lui, nel contesto della creazione divina. L'uomo è quindi responsabile verso di essi per servizio nei riguardi di Dio. Il rapporto con gli animali va rivisitato, secondo Linzey, sostituendo alla tradizionale concezione antropocentrica una visione teocentrica che implica doveri da parte dell'uomo, il quale è tenuto a riconoscere diritti agli animali e ad esercitare verso di loro un generoso atteggiamento di carità cristiana.[3]
«La creazione esiste per il suo creatore. Secoli di antropocentrismo hanno completamente oscurato questo punto fondamentale [...]. Dal momento che la natura di Dio è amore, e dal momento che Dio ama la sua creazione, ne deriva che ciò che viene genuinamente donato e finalizzato da questo amore deve acquisire un qualche diritto relativamente al Creatore stesso.»
Per Linzey i cristiani sono inoltre chiamati ad assumere una dieta vegetariana come passo verso la realizzazione dei «nuovi cieli e nuova terra» (Isaia 66,22[5]) presso cui, secondo il profeta Isaia, non vi sarà più violenza tra uomini e animali, né tra animali e altri animali (11,6-8[6]), con un ritorno all'originario disegno espresso da Dio prima del Diluvio (Genesi 1,29-30[7]). I cristiani sono difatti chiamati – argomenta Linzey – a realizzare per quanto possibile già nel presente i tempi escatologici, e il rifiuto dell'alimentazione carnea rappresenta un aspetto integrante del regno di pace prefigurato dalle Scritture.[8]
Opere (elenco parziale)
(EN) Andrew Linzey, Animal Rights: A Christian Assessment of Man's Treatment of Animals, S.C.M. Press, 1976.