Alcmeone (Megacle)

Alcmeone (in greco antico: Ἀλκμαίων?, Alkmáiōn; VII secolo a.C. – dopo il 590 a.C.) è stato un militare ateniese.

Biografia

Figlio dell'arconte Megacle, Alcmeone fu comandante dell'esercito di Atene durante la Prima guerra sacra (595 a.C. circa)[1].

Secondo Erodoto, Alcmeone aiutò i Lidi che si erano recati presso l'oracolo di Delfi per conto del re Creso; questi, per ricambiare, lo invitò a Sardi e gli disse che avrebbe potuto prendere tutto l'oro che avrebbe potuto portare via in una sola volta sulla sua persona: Alcmeone allora prese con sé quanta più polvere d'oro poté, infilandone anche nelle calzature, tra i capelli e in bocca, al punto da provocare le risa del re[2]. Questo racconto è stato messo in dubbio dagli storici per ragioni cronologiche, poiché al tempo di Alcmeone il re dei Lidi era Aliatte II (dal 610 al 560 a.C. circa)[3]. La storia potrebbe semplicemente essere un tentativo per spiegare la ricchezza accumulata dagli Alcmeonidi grazie a rapporti diretti con il re lidio o grazie ai commerci con la Lidia e potrebbe essere stata originata da un pagamento molto abbondante del re o da qualche donativo particolare[4].

Sempre secondo Erodoto, Alcomeone usò le ricchezze donategli dal re per allevare cavalli da quadriga e grazie ad essi riportò una vittoria ai Giochi olimpici[5]: essa avvenne nel 592 a.C. e fu la prima vittoria di un ateniese in questa gara ai giochi[6]. Ad essa seguirono altre sette vittorie da parte degli Alcmeonidi ai Giochi pitici e istmici[7].

Ebbe almeno due figli, Megacle e Alcmeonide[8], ma non è escluso che ne ebbe anche altri[9].

Note

  1. ^ Plutarco, Vita di Solone, 11.
  2. ^ Erodoto, VI, 125.
  3. ^ Scott, p. 415.
  4. ^ Scott, pp. 415-416; W. W. How, J. Wells, A Commentary on Herodotus, VI, 125.
  5. ^ Erodoto, VI, 125, 5.
  6. ^ Isocrate, XVI, 25; Scott, pp. 416-417.
  7. ^ Pindaro, Pitiche, VII, 10-12; Scott, p. 417.
  8. ^ Davies, pp. 371-373.
  9. ^ Davies, pp. 373 segg., con discussione sui vari possibili figli.

Bibliografia

Fonti primarie
Fonti secondarie

Collegamenti esterni