Agata Sofia Sassernò nacque nel 1810 in piazza Victor (oggi piazza Garibaldi) a Nizza[1] dal tenente colonnello Louis Sasserno, un ex collaboratore di Andrea Massena, e da Marie Sibille Chartroux.[2] Era inoltre cugina del pittore Giovanni Battista Biscarra.[3] Scrisse la sua prima poesia all'età di quattordici anni per distrarre suo padre,[2] evento che secondo Jean-Baptiste Toselli l'avrebbe incoraggiata a continuare.[4] Non si sposò mai e si dedicò interamente alla poesia.[5]
Sebbene scrivesse in francese, Sassernò si considerava italiana, tanto da dedicare la sua opera Les Sylphides (1838) al re Carlo Alberto di Sardegna.[6] In seguito produsse Ore meste, chants sur l'Italie (1846) e la raccolta Poésies françaises d'une Italienne (1854) per la quale il critico Charles Augustin Sainte-Beuve scrisse la prefazione.[6] Entusiasta per l'Unità d'Italia, in Glorie e Sventure: chants de guerre de l'indépendance italienne (1852) evocò Anita Garibaldi.[5]
Il suo attaccamento a Nizza, che lei definiva la sua patria, è un tema ricorrente nelle sue poesie.[7] Nella sua Nice (1858) scrive infatti "Oh bella, o mia patria bella, o dolce terra natale, o mia bella così bella".[6] Una sua poesia intitolata Physionomies nationales descrive diversi costumi regionali, di cui due sono della regione di Nizza,[7] mentre in À Catherine Ségurane celebra l'eroismo di Caterina Segurana, una lavandaia nizzarda.
La lyre du jeune âge : La prière de la jeune fille, Parigi, O. Bornemann, 1888.
Note
^(FR) Charles-Alexandre Fighiera e Ernest Hildesheimer, À propos d'Agathe-Sophie Sasserno, in Nice Historique, vol. 83, n. 1, gennaio-marzo 1980, p. 10. URL consultato il 7 novembre 2017.
^ab(FR) Patricia Carlier, Agathe-Sophie Sasserno et Nice (PDF), in Lou Sourgentin, n. 175. URL consultato il 6 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2011).