Ha notevolmente influenzato la propria scienza ed è stato considerato ancora in vita "il primo a far sì che la statistica divenisse una scienza morale[1]".
Pur volendo diventare poeta, la morte del padre (avvenuta quando Quetelet ha 7 anni) fa precipitare la condizione economica familiare, spingendolo a insegnare matematica.
Nel 1823, con l'idea di fondare un osservatorio, si reca a Parigi per studiare astronomia.
In tale occasione, incontra Fourier, Poisson e Laplace, che lo introducono alla statistica.
Durante la rivoluzione belga (1830), si trova in Italia a visitare gli osservatori.
Nel 1832, comincia a lavorare presso l'osservatorio di Bruxelles e viene incaricato di seguire le riunioni dell'Associazione britannica sul progresso delle scienze. In tale occasione fa delle relazioni sulle stelle cadenti e il magnetismo, ma soprattutto - dopo dei colloqui con Malthus e Charles Babbage - propone di creare una sezione speciale di statistica.
Da questa sua proposta nacque nel 1834 la Statistical Society of London, che pubblicherà dal 1837 il periodico Transactions of the Statistical Society of London.
Nel 1855, ha un ictus che l'obbliga a ridurre le sue attività, limitandosi soprattutto a aggiornare i suoi scritti precedenti. Nel 1856, sceglie di lasciare l'osservatorio e si limita alle attività di presidente della commissione centrale di statistica nonché di segretario permanente dell'Accademia reale.
Difende in diversi congressi di statistica l'idea di una statistica scientifica basata sul calcolo delle probabilità, fino a creare nel 1867 (in occasione del congresso tenutosi a Firenze) una sezione speciale per tale problema.
Nel 1869, ristampa La physique sociale (opera del 1835, considerata il suo principale scritto di statistica), nel quale cerca di studiare l'uomo con il calcolo delle probabilità, cercando le meccaniche che regolano il comportamento fisico, intellettuale e morale non dei singoli individui ma di un ipotetico uomo medio.
Nei suoi studi di statistica, Quetelet utilizza tabulati con anche tre, quattro variabili (la cosiddetta analisi multivariata), andando così oltre l'analisi bivariata.
I suoi studi hanno influito sul sistema di Émile Durkheim riguardo all'affermazione che i fenomeni sociali hanno una natura non riconducibile ai singoli elementi di cui sono composti, e alcune acquisizioni importanti come la sostanziale invarianza dei tassi di suicidio nel tempo.
Note
^ Halbwachs M., La Théorie de l'homme moyen. Essai sur Quételet et la statistique morale, Paris, Alcan, 1913, pp. 10-11, ISBN9782012892491.
Bibliografia
De quibusdam locis geometricis necynon de curva focali (1819), tesi di laurea
Sur l'homme et le développement de ses facultés, ou Essai de physique sociale, 2 volumi (1835)
Histoire des sciences mathématiques et physiques chez les Belges (1864)
Météorologie de la Belgique, comparée à celle du Globe (1867)
La physique sociale (1869) 2ª edizione molto ampliata