«I have great esteem for the work that [Ștefania Mărăcineanu] has accomplished. In particular, she has acquired a perfect knowledge of precise electrometric measurements»
(IT)
«Ho una grande stima per il lavoro che Ştefania Mărăcineanu ha compiuto. In particolare, ha acquisito una perfetta conoscenza di precise misurazioni elettrometriche"[1]»
Si sa poco della vita privata di Ștefania Mărăcineanu, se non che ha avuto probabilmente un'infanzia infelice. Ha conseguito la laurea in scienze fisiche e chimiche nel 1910; in seguito insegnò alla Scuola Centrale per Ragazze di Bucarest.[1] Si recò successivamente a Parigi come ricercatrice all'Istituto Curie dove collaborò con Marie Curie dal 1919 al 1926. Nel 1924 conseguì il dottorato. All'Istituto Curie, la Mărăcineanu si dedicò allo studio dell'emivita del polonio e riuscì a mettere a punto dei metodi per misurarne il decadimento alfa.[2] Questo lavoro la indusse a dedurre che gli isotopi radioattivi potessero essere formati dagli atomi a seguito dell'esposizione ai raggi alfa del polonio: un'osservazione che portò al Premio Nobel del 1935 di Irène Joliot-Curie.[3] Mărăcineanu indagò anche sulla possibilità che la luce del sole inducesse la radioattività; tale lavoro tuttavia fu contestato da altri ricercatori.[2]
La Mărăcineanu ha continuato a lavorare all'Osservatorio di Parigi fino al 1930, dopo di che tornò in Romania e condusse esperimenti per studiare il legame tra radioattività e pioggia, e delle piogge con i terremoti.[2] Morì nel 1944, ma la data esatta e il motivo non sono noti.[1]
Con l'aiuto della Accademia delle Scienze di Romania scoprì la radioattività artificiale e avrebbe meritato di condividere il premio Nobel con Irene Curie, potendo così uscire dall'isolamento dal mondo scientifico in cui si trovò.