La parola deriva dal sicilianozàgara, che a sua volta deriva dall'arabo زَهْرَة (zahra, "fiore").
Descrizione
Per zagara si intende in particolare il fiore dell'arancio e del limone (la cui fioritura avviene tra aprile e maggio) oltreché del bergamotto (che invece fiorisce tra la fine di marzo e aprile: i frutti vengono raccolti da ottobre a dicembre).
Utilizzo
La zagara viene utilizzata per la preparazione dei profumi o dell'"acqua di Colonia di zagara", nella preparazione di alcuni prodotti dolciari (ad es. il miele di zagara di agrumi) e in alcune birre. L'essenza di zagara o neroli è ottenuta dai fiori dell'arancio amaro[1].
La zagara viene spesso utilizzata tradizionalmente per la composizione del bouquet di nozze[2]: è pertanto molto frequente l'utilizzo dell'espressione fiori d'arancioin riferimento al matrimonio[3].
Questi fiori sono molto bottinati dalle api, consentendo di produrre il miele monoflorale o di agrumi a seconda della percentuale presente delle varie specie.
Note
^ Alessandro Bruni, Farmacognosia generale e applicata: i farmaci naturali, Piccin, 1999, p. 262, ISBN88-299-1500-9.
^ Fiorella Ferri, Manuale delle feste, Hermes Edizioni, 1999.ISBN 887938161X, ISBN 9788879381611. Un riferimento letterario si trae da Gustave Flaubert, Madame Bovary, Guaraldi, 1995. ISBN 8880490311, ISBN 9788880490319 a pag. 81: «Era un filo di ferro del suo bouquet da sposa. I boccioli di fiori d'arancio si erano ingialliti per la polvere...».