L'équipe di ricerca Masters e Johnson era formata da William Masters (27 dicembre 1915-16 febbraio 2001), sessuologo e ginecologo statunitense, e da Virginia Eshelman Johnson (11 febbraio 1925-24 luglio 2013), sessuologa statunitense, che a Saint Louis (Stati Uniti d'America) redasse il primo studio approfondito sulla fisiologia sessuale umana esaminando, nel corso di 11 anni, oltre diecimila atti sessuali compiuti da circa 700 volontari.
La ricerca
Questa indagine è documentata nel volume L'atto sessuale nell'uomo e nella donna (1966) che suscitò polemiche e discussioni in tutto il mondo. Molti, infatti, si chiedevano se le ragioni scientifiche giustificassero davvero una intromissione tanto totale e disinvolta nella sfera più privata dell'uomo.
Mentre Alfred Charles Kinsey, nei suoi famosi Rapporti statistici sulla sessualità umana (Comportamento sessuale dell'uomo e della donna), si era basato esclusivamente su interviste che potevano essere anche involontariamente erronee, Masters ha cercato di raccogliere fatti obiettivi perché ogni atto sessuale preso in esame da lui e dalla Johnson veniva registrato con apparecchi di misura delle reazioni fisiologiche o documentato con riprese fotografiche o cinematografiche.
Una delle conclusioni più interessanti di queste ricerche è che la sessualità femminile non è gerarchicamente inferiore a quella maschile: ha estrinsecazioni diverse; ma ciò non significa che diverse siano le esigenze sessuali della donna media rispetto a quelle dell'uomo.
Un ulteriore contributo a delineare modelli interpretativi della funzione sessuale è il modello "cibernetico" di Baldaro Verde (1986) che, oltre alle tre fasi del desiderio, dell'eccitazione e dell'orgasmo, introduce una quarta fase, quella del piacere sessuale post-orgasmico, che diventa presupposto importante per l'instaurarsi di un successivo desiderio sessuale.
La vicenda è narrata nella serie tv Masters of Sex e nel film Il trafficone.
Note
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