Nel settembre del 1865 Smyth ha avuto un attacco di cuore, sembrava essersi ripreso ma il 9 settembre dello stesso anno è morto. È stato sepolto nel cimitero di Stone nel Buckinghamshire.
Attività scientifica
Nel 1817, durante un'analisi idrografica, Smyth ha incontrato l'astronomo italiano Giuseppe Piazzi. Visitando il suo osservatorio astronomico a Palermo si è acceso in Smyth l'interesse per l'astronomia.
Nel 1825 si è ritirato dalla marina britannica per fondare un osservatorio privato a Bedford, equipaggiandolo con un telescopio rifrattore da 15 cm. Con tale strumentazione ha osservato per tutti gli anni '30 molti oggetti astronomici, compreso stelle doppie, ammassi stellari e nebulose.
Nel 1844 ha pubblicato le sue osservazioni in un'opera in due volumi: Cycle of Celestial Objects, grazie al quale ha conseguito la medaglia d'Oro della Royal Astronomical Society nel 1845 e anche la presidenza della stessa Società Astronomica. Il primo volume dell'opera era di carattere generale sull'astronomia, mentre il secondo volume è diventato famoso come Catalogo Bedford e contiene le osservazioni di Smyth su 1604 oggetti, tra stelle doppie e nebulose. Tale catalogo è stato usato come riferimento standard per molti anni a venire, nessun altro astronomo aveva mai fatto un così vasto catalogo di oggetti deboli.
Nel 1839, al termine delle sue osservazioni, Smyth si è ritirato a Cardiff. Il suo osservatorio è stato smantellato e il telescopio venduto all'astronomo e filantropo John Lee che lo ha installato in un suo osservatorio di Hartwell House. Smyth poteva comunque usare il telescopio, dato che abitava piuttosto vicino, e ha continuato ad osservare il cielo dal 1839 al 1859. Il telescopio di Smyth è oggi esposto al Museo della Scienza di Londra.
^Presso lo UK Hydrographic Office a Taunton è conservata la sua vasta e varia produzione cartografica, tra cui spiccano le vedute della Sicilia, riprodotte in Paola Presciuttini, Coste del Mondo nella cartografia europea: 1500-1900, Ivrea, Priuli & Verlucca, 2000, p. 96, ISBN88-8068-153-2., e in Paola Presciuttini, Coste del Mediterraneo nella cartografia europea 1500-1900, Pavone Canavese, Priuli & Verlucca, 2004, pp. 105-113, ISBN88-8068-249-0.