Oltre ai suoi numerosi studi matematici, Killing è ricordato anche per i suoi apporti allo studio della teoria del potenziale in spazi non euclidei. Diversamente da altri matematici e fisici del suo tempo, Killing affrontò la tematica non con un approccio algebrico, bensì con un modello geometrico dello spazio. Il suo obiettivo era di indagare il moto di un oggetto a cui si applica una forza centrale, e più universalmente, il moto dei pianeti. Per fare questo estese la legge di Newton a uno spazio non euclideo. Killing, pur partendo da premesse geometriche, arrivò a individuare la trasformazione delle coordinate che è una della basi portanti della teoria della relatività ristretta di Einstein.[1]
Note
^ Rossana Tazzioli, La matematica relativistica della seconda metà dell'Ottocento, in Le Scienze, n. 338, Ottobre 1996, pp. 68-73.