Walter Eddie Cosina

Eddie Walter Max Cosina
NascitaNorwood, 25 luglio 1961
MortePalermo, 19 luglio 1992 (30 anni)
Cause della morteattentato dinamitardo
Luogo di sepolturaCimitero comunale di Muggia
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Polizia di Stato
UnitàDIGOS
DIA
Scorta di Paolo Borsellino
Anni di servizio1983 - 1992
GradoAgente
Decorazioni Medaglia d'oro al valor civile
fonti nel corpo del testo
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Eddie Walter Max Cosina (Norwood, 25 luglio 1961Palermo, 19 luglio 1992) è stato un poliziotto italiano.

Biografia

Nasce a Norwood, in Australia, da una famiglia di origine triestina emigrata nel dopoguerra.[1] A metà degli anni sessanta la famiglia ritorna in Italia, a Muggia. A ventuno anni rimane orfano di padre e rinuncia al corso per far parte della polizia giudiziaria. Nel 1983 entra nella Digos, mentre a partire dal 1990 fa parte del nucleo anti-sequestri e in seguito, prende servizio presso la divisione anticrimine.[1] Dopo la Strage di Capaci, la carenza di agenti di scorta in Sicilia aumenta la richiesta in tutta Italia, e Cosina accetta di spostarsi a Palermo.

Nel maggio del 1992 fa richiesta per entrare nella direzione investigativa antimafia (DIA).[2] Giunta alla Questura di Trieste la richiesta di invio di agenti di scorta in forza alla Questura di Palermo, Eddie Cosina si offre di prendere il posto del collega candidato al trasferimento, poiché da poco divenuto padre. Non essendo in servizio, il 19 luglio, un collega giunge da Trieste per dargli il cambio. Cosina lascia però riposare il collega e decide di prendere servizio nel suo posto di agente di scorta per Paolo Borsellino.[1] Rimane ucciso nella Strage di via D'Amelio a Palermo,[3] lasciando la moglie Monica[4]; con lui persero la vita, oltre a Paolo Borsellino, i colleghi Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli.[3] Oggi riposa nel cimitero comunale di Muggia.

Onorificenze

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Preposto al servizio di scorta del giudice Paolo Borsellino, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva a causa della recrudescenza degli attentati contro rappresentanti dell'ordine giudiziario e delle Forze di Polizia, assolveva il proprio compito con grande coraggio e assoluta dedizione al dovere. Barbaramente trucidato in proditorio agguato di stampo mafioso, sacrificava la vita a difesa dello Stato e delle Istituzioni. Palermo, 19 luglio 1992»
— 5 agosto 1992[5]

Note

  1. ^ a b c Libera - Diario "La pace va per...corsa" - Trieste Archiviato il 3 luglio 2013 in Internet Archive.
  2. ^ 1992 Cosina Walter Eddie, su cadutipolizia.it. URL consultato il 28 aprile 2013 (archiviato il 10 marzo 2012).
  3. ^ a b Corriere della Sera - Il boato alle 16. 55, è un massacro, su corriere.it. URL consultato il 28 aprile 2013 (archiviato il 21 settembre 2013).
  4. ^ Immagini della galleria fotografica: Paolo Borsellino e la sua scorta, vent'anni fa la strage di via D'Amelio | tiscali.video, su video.tiscali.it. URL consultato il 28 aprile 2013 (archiviato il 15 marzo 2014).
  5. ^ Cosina Walter, su Il sito ufficiale della Presidenza della Repubblica. URL consultato il 16 gennaio 2021.

Voci correlate

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