Nato in una famiglia cosmopolita, da padre italiano e madre greca, nel dopoguerra giunge profugo a Firenze dopo aver conosciuto da vicino la guerra italo-greca, che coinvolse dolorosamente la sua famiglia. Da allora Citterich si dichiarò sempre «decisamente contrario a tutto ciò che separa un popolo dall'altro, ai nazionalismi e ai particolarismi violenti, alle radici degli odi e della guerra tra gli uomini».
Dal 1967 al 1970 è corrispondente della RAI a Mosca dove approfondisce la conoscenza della società sovietica, del comunismo internazionale, ed insieme segue lo svolgimento della grande tradizione culturale e religiosa russa. Quindi, per 25 anni, senza interrompere la collaborazione a quotidiani e periodici, è stato inviato speciale, direttore dei programmi radiofonici, conduttore del TG1, autore di inchieste e servizi speciali su argomenti a lui cari: la Chiesa cattolica da Giovanni XXIII, a Paolo VI, a Giovanni Paolo II di cui ha seguito in particolare i viaggi internazionali; la Russia, dal periodo della decadenza comunista (Brežnev) alla nuova fase dopo la caduta del muro di Berlino; il Medio Oriente con il difficile tentativo di pacificazione tra ebrei, cristiani e musulmani dopo il lungo periodo di conflitti e incomunicabilità; con particolare attenzione ha seguito la Grecia. E proprio la trasmissione alla televisione greca di uno dei suoi servizi ha permesso il ricongiungimento con Rena, la "sorellina" ebrea, una bambina neonata che i suoi genitori, Angela e Mario Citterich, salvarono dalla deportazione nei campi di sterminio.
Angela e Mario Citterich sono stati dichiarati Giusti tra le Nazioni e hanno un albero piantato a loro nome a Yad Vashem, a Gerusalemme.
Dal 1995 al 1999 Vittorio Citterich è stato incaricato dalla RAI di coordinare l'informazione radiotelevisiva per il Giubileo del 2000.
Sposato dal 1958 con Marilù Mileto, ha avuto due figli (Angela e Francesco) e tre nipoti (Irene, Davide e Federico).
È scomparso il 2 agosto 2011 all'età di 81 anni, dopo una lunga malattia[1].
Opere
Vittorio Citterich, La Pira in Russia, Firenze, 1959. Anche: Ferrara, Scuola tipografica Casa buoni fanciulli, 1960.
Vittorio Citterich, Come costruire la pace. Dibattito. Livorno, 1964, Firenze, Il focolare, 1964.
Alfredo Nesi, Quattro riflessioni per quattro momenti di speranza, a cura di Vittorio Citterich, Livorno, Tip. Stella del mare, 1964.
Un papa sull'orizzonte del 2000, Milano, Coop. lavoratori delle comunicazioni associati, 1979. Introduzione di Stanislaw Grygiel ; commenti di Vittorio Citterich.
Vittorio Citterich, Professore, mi ricordo. Lettere a Giorgio La Pira 1981 -1991, Torino, Nuova ERI edizioni RAI, 1991, ISBN88-397-0685-2. Presentazione di Enzo Biagi.
Vittorio Citterich, Giorgio La Pira. Un santo al Cremlino, Milano, Edizioni Paoline, 1992, ISBN88-315-0715-X.
Vittorio Citterich, La Pira testimone di speranza, in Costruire comunità profetiche di speranza. A quarant'anni dalla Gaudium et spes. 55.a Settimana nazionale di aggiornamento pastorale, Bologna, EDB, [2005], pp. 93-103, ISBN88-10-53111-6.
Vittorio Amadori, Resistenza non armata. La gioventù cattolica pistoiese e il fascismo, Pistoia, Settegiorni, 2008, ISBN978-88-89314-33-8. Con interventi di Roberto Barontini, Florio Colomeiciuc, Vittorio Citterich e Marco Francini.
Vittorio Citterich e Gianluigi Pasquale, Un cattolico protagonista della politica italiana: Giorgio La Pira a trent'anni dalla morte (1977-2007), in Carmelo Dotolo e Giovanni Giorgio (a cura di), Interviste teologiche, Bologna, EDB, 2009, pp. 217-227, ISBN978-88-10-40975-6. Intervista a Vittorio Citterich a cura di Gianluigi Pasquale.
Curiosità
Vittorio Citterich era un uomo curioso, gli piacevano le arti, la letteratura, la musica, il teatro, il cinema.
Dipingeva e aveva fatto con successo numerose mostre dei suoi dipinti[2].
Suonava la chitarra e gli piaceva cantare con gli amici e duettare con la figlia Angela. Era uno sportivo e da ragazzo si era impegnato professionalmente nella pallavolo e nella pallanuoto.
Seguiva il calcio ed era un grande tifoso della Fiorentina. Amava il mare e la pesca; con il figlio Francesco d'estate partiva all'alba e tornavano carichi di pesci.
La passione per il giornalismo si era manifestata dal tempo del liceo, dirigendo il giornalino della scuola. Aveva girato il mondo come corrispondente a Mosca e inviato della RAI nei Paesi dell'Europa dell'Est, nel Medio Oriente, in Africa, negli USA.
Gentile, generoso, empatico, dotato di grande senso dell'umorismo, era molto amato da amici e colleghi.