Già nel 1908, appena terminato il liceo, Vincenzo Errante aveva pubblicato il saggio Giovanni Meli e i suoi tempi, sul poeta siciliano del Settecento, e iniziato un romanzo in stile dannunziano, La colomba nel turbine, che lasciò inedito. Iscritto alla Facoltà di lettere dell'Università di Roma, nel 1911 passò a quella di Padova, dove fu allievo di Vittorio Rossi: in quell'anno pubblicò Il discorso di Ippolito Nievo, la relazione d'una conferenza tenuta a Vicenza sulla sua scoperta di due tragedie inedite del Nievo, I Capuani e lo Spartaco, da lui poi pubblicate qualche anno dopo.[2]
Dopo aver frequentato le lezioni di lingua e letteratura greca di Ettore Romagnoli, si laureò nel 1912 con una tesi di argomento storico, pubblicata nel 1915 con il titolo Forse che sì, forse che no. La terza spedizione del duca Vincenzo Gonzaga in Ungheria alla guerra contro il Turco (1601), studiata su documenti inediti.[3] Il suo interesse per la letteratura tedesca si manifestò nelle conferenze di Vicenza del 1913 e 1914 sul saggio Il romanticismo in Germania e sui Saggi di versione metrica dalle elegie di Wolfgang Goethe e Friedrich Schiller, pubblicati successivamente.
Nel 1915 fu chiamato a combattere nella prima guerra mondiale, ottenendo il grado di capitano di complemento d'artiglieria e guadagnandosi nel novembre 1918 una croce al merito di guerra, tramutata nel 1922 in medaglia di bronzo al valor militare.
Risalgono a questo periodo la traduzione del Faust di Lenau e delle poesie del Mare del Nord di Heine, pubblicate nel primo dopoguerra; scopo dichiarato del traduttore è presentare ai moderni lettori le opere del passato «sotto una specie che rechi, dell'epoca, il suggello spirituale e formale», essendo ogni opera di poesia «una entità che nel susseguirsi delle generazioni passa per una serie di successive metamorfosi».[4]
Nel 1922 vinse il concorso per la cattedra di letteratura tedesca all'Università di Pavia, e vi tenne la prolusione inaugurale su Goethe, interpretato alla luce del superuomo di Nietzsche. Nel 1925 si trasferì a Milano, dove ricoprì diversi incarichi[5]: fu direttore della casa editrice Unitas, condirettore della Mondadori e membro del comitato direttivo della «Rivista d'Italia»; i suoi interessi si concentrarono sulla poesia di Rilke, con traduzioni e il saggio Rilke. Storia di un'anima e di una poesia, del 1930.
Nel 1925 ricevette il titolo di cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Nel 1932 succedette nella cattedra di letteratura tedesca dell'Università degli Studi di Milano al Borgese, che aveva lasciato l'Italia per gli Stati Uniti in segno di protesta contro il regime.
Nel 1928 cominciò la collaborazione con la casa editrice UTET di Torino, per la quale progettò, insieme a Fernando Palazzi, alcune grandi e diffusissime opere, tra le quali la collana per ragazzi La scala d'oro, l'Enciclopedia della famiglia e Il tesoro del ragazzo italiano.
A questi anni risalgono altre traduzioni di autori tedeschi, da Hölderlin a Hofmannsthal, dal Tristano e Isotta di Wagner al Faust di Goethe, passando per due monografie sullo stesso Goethe e sul Lenau, oltre a un'antologia per le scuole secondarie e alla direzione di un'enciclopedia per ragazzi.
Dopo la seconda guerra mondiale si avvicinò all'opera di Shakespeare, del quale tradusse le tragedie più popolari e, con l'allievo Emilio Mariano, preparò Orfeo, un'antologia di traduzioni.
Nel 1948 sposò l'attrice di teatro Mary Martello. Morì nel 1951 a Riva del Garda ed è sepolto a Torbole, all'esterno della chiesa di Sant'Andrea, in un punto panoramico sul Garda che egli amava frequentare negli ultimi anni di vita.
Il discorso di Ippolito Nievo, Mantova, Eredi Segna, 1911
Il romanticismo in Germania, in «Rassegna contemporanea», VII, settembre 1914
"Forse che sì, forse che no". La terza spedizione del duca Vincenzo Gonzaga in Ungheria alla guerra contro il Turco (1601) studiata su documenti inediti, in «Archivio Storico Lombardo», XLII, 1, 1915
Saggi di versione metrica dalle elegie di Wolfgang Goethe e Friedrich Schiller, Roma, Casa Editrice Italiana, 1918
Novalis e Dehmel. Appunti critici, Padova, Tipografia del Seminario, 1919
Lenau e i canti dei giunchi, Bologna, Zanichelli, 1922
Il mito di Faust: dal personaggio storico al poema di Goethe, 3 voll., Bologna, Zanichelli, 1924
Rilke. Storia di un'anima e di una poesia, Milano, Alpes, 1930; Firenze, Sansoni, 19422
La baccante di Maurice de Guérin. Studio critico e traduzione, Siracusa, Istituto Nazionale del dramma antico, 1932
Orientamento allo studio dei poeti stranieri, Milano, Arti grafiche, 1933
La personalità di Goethe e lirica goethiana, Milano, Vincenzo Colonnello, 1933
Lenau. Storia di un martire della poesia, Milano-Messina, Principato, 1935
Orazione in vita eterna di Gabriele D'Annunzio, Milano, Vincenzo Colonnello, 1938
Il tesoro del ragazzo italiano. Enciclopedia illustrata diretta da V. Errante e F. Palazzi, 8 voll., Torino, Utet, 1939-1947; 10 voll., 1948-572; 9 voll., 1960-623; 1965-664; 1968-695
La lirica di Hölderlin, 2 voll., Milano-Messina, Principato, 1940
Il mito di Faust, 3 voll, Firenze, Sansoni, 1951-1952
Orazione commemorativa di Sem Benelli, Milano, Ariel, 1953
Edizioni e traduzioni
Ippolito Nievo, I Capuani, tragedia inedita a cura di V. Errante, Lanciano, Carabba, 1914
Franz Grillparzer, Saffo: poema tragico in cinque atti, riduzione dal tedesco in versi e introduzione di V. Errante, Lanciano, Carabba, 1915
Nicolaus Lenau, Faust: poema, riduzione dal tedesco in versi italiani di V. Errante, Roma, Casa Editrice Italiana, 1919
Ippolito Nievo, Spartaco, tragedia inedita a cura di V. Errante, Lanciano, Carabba, 1919
Franz Grillparzer, Il vello d'oro: trilogia tragica, riduzione dal tedesco in versi italiani e introduzione storico-critica di V. Errante, 2 voll., Lanciano, Carabba, 1920
Heinrich Heine, Il Mare del Nord, traduzione in versi e prefazione di V. Errante, Firenze, Le Monnier, 1920
Heinrich von Kleist, Pentisilea, traduzione in versi di V. Errante, Firenze, Le Monnier, 1921
Eschilo, Prometeo incatenato, traduzione in versi e introduzione di V. Errante, Milano, Mondadori, 1926
Johann Wolfgang von Goethe, Ifigenia in Tauride, traduzione in versi e introduzione di V. Errante, Milano, Unitas, 1926; poi Firenze, Sansoni, 1949
Maurice de Guérin, Il centauro, traduzione di V. Errante, Milano, Edizioni del liocorno, 1932
^V. Bompiani, Via privata, Milano, Mondadori, 1973, p. 31.
^È da aggiungere peraltro che, al di là dell'importanza del suo lavoro di traduttore, sull'opera di Errante critico esiste «il riconoscimento che viene dalla Germania, dove lo scrittore è giudicato soprattutto sulla pagina critica, e in particolare sul contributo che egli ha portato agli studi goethiani». (Emilio Mariano, Vincenzo Errante, in Letteratura italiana - I Critici, volume quarto, Milano, Marzorati, 1970, p. 2994).
AA. VV., Vincenzo Errante: testimonianze, con una scelta dalle lettere e dagli inediti, Milano, Vincenzo Colonnello, 1955
Vincenzo Errante. La traduzione di poesia ieri e oggi, a cura di F. Cercignani ed E. Mariano, Milano, Cisalpino, 1993 ISBN 88-205-0727-7
Goethe: il viaggio in Italia e i grandi traduttori del Garda Trentino. a cura di Albino Tonelli, Marta Marri Tonelli e Saveria Carloni, Gardone Riviera Comunità del Garda 1986.
Del Zoppo, Paola, Faust in Italia. Ricezione, adattamento, traduzione del capolavoro di Goethe, Artemide, Roma 2009.