Il villino, residenza romana della marchesa Luisa Casati[2], si configura come un parallelepipedo di due piani fuori terra più seminterrato ed attico (secondo piano ribassato), coronato da una balaustra. Si trova in posizione arretrata rispetto all'asse viario, e con asse maggiore perpendicolare a quest'ultimo. La facciata principale è esposta a sud, ed è caratterizzata da un breve avancorpo seguito da un pronao con scala, ornato da quattro colonne di ordine tuscanico in travertino e sovrastato da una terrazza cinta da una balaustra. L'accesso principale all'edificio si trova in corrispondenza del pronao, mentre un ingresso di servizio è presente sul lato nord.
Due cancelli in ferro battuto si aprono su via Piemonte, in corrispondenza delle facciate sud e nord, ed immettono in due vialetti d'accesso al giardino, adornato da palme ad alto fusto e nel quale (lato est) è presente una dépendance.
Il villino si ispira ad un sobrio classicismo, con le facciate demarcate da lesene e cornici marcapiano; all'interno si trovano decorazioni a stucco, affreschi e pavimenti in marmo o parquet; dispersi sono invece l'arredo e il mobilio d'origine.
Il villino, che fu teatro della vita mondana della capitale nel primo Novecento, ospitò anche Gabriele D'Annunzio[3].
Oggi l'edificio è adibito ad uffici ed è aperto al pubblico solo in occasioni speciali.
Note
^Villino Casati, su info.roma.it. URL consultato il 7 giugno 2018.
^Villino Casati, su palazzi.abi.it. URL consultato il 7 giugno 2018.