Nella cronaca genovese è ripetutamente citata[2][3][4][5] a motivo dell'imponente decorazione pittorica del salone principale eseguita dal pittore Cesare Viazzi, in due anni di lavoro (1898-1899).
Mentre, secondo un'informativa sui grandi dipinti di Cesare Viazzi provenienti dalla Villa Weil di Genova :
«Il complesso era costituito da quattro soggetti:La Caccia di Diana, Le Sirene, Alla sorgente, Nel bosco. Quattro tele di più di due metri e mezzo di altezza e larghe, rispettivamente, circa quattro metri e mezzo, tre metri, un metro.»
Il giornale genovese Il Caffaro scrisse il 21 maggio 1901:
«A trattare oggigiorno soggetti cavati dalla antichità classica, è facilissimo che l'artista, per imitazione degli antichi cada nel convenzionale; oppure per amore della modernità e per ricerca troppo dell'impressione, tolga alle figure mitologiche quel carattere di venustà con cui, dalle figurazioni degli antichi sono passate nella nostra immaginazione. L'artefice in tali casi ha davanti a sé un ben arduo problema, e il Viazzi mostra in queste opere di averla con perfetta chiarezza compresa e come meglio non si poteva desiderare.»
«L'intero ciclo è stato vincolato con notifica da parte della Sovrintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze allo scopo di tenere unite delle opere che, evidentemente, facevano parte di un unico complesso decorativo e di un unico momento creativo, nello stesso periodo in un'asta fiorentina le opere divenivano proprietà di tre distinte collezioni private e solo un decennio dopo è stato possibile vederne la presentazione completa in buona riproduzione fotografica a colori in una pubblicazione che - in considerazione dell'alto valore documentario - ne consente la libera riproduzione.»
Impianti decorativi così grandiosi sono manifestazione delle capacità dell'artista, ma anche della fioritura di Genova a cavallo tra Ottocento e Novecento e del suo particolare mecenatismo borghese.
Cesare Viazzi si cimentò in altri due dipinti simili per dimensioni (più di due metri e mezzo per tre metri e mezzo): La Cavalcata delle Valkirie e La notte di Valpurga, progettati per il Castello Raggio. Solo il primo venne completato e collocato in loco (1906)[8].
Nell'immediato dopoguerra ospitò una stazione dei Carabinieri. Fu demolita per costruirvi un condominio, negli anni cinquanta. Le tele del superbo complesso pittorico che la decorava furono disperse in molteplici collezioni private.