Villa Porto (nota anche come Villa da Porto Pedrotti) a Vivaro di Dueville (Vicenza) è una villa veneta del 1554, attribuita tradizionalmente all'architetto Andrea Palladio,[1] ma non inclusa nell'elenco del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO di "Vicenza e le ville palladiane del Veneto".[2]
Storia
Nel 1554 Paolo Porto spartisce con i propri fratelli l'eredità paterna acquisendo un fondo a Vivaro, a nord di Vicenza, dove nei quattro anni seguenti realizza una villa che la tradizione vorrebbe progettata da Palladio.[1]
Il conte Paolo Porto, uno dei più potenti canonici della Cattedrale (nel 1550 è sul punto di diventare vescovo), è uomo colto e sofisticato, trascorre molto tempo a Roma, dov'è amico del cardinale Alessandro Farnese, e fra i suoi amici e parenti vicentini annovera committenti palladiani di primo piano come Giangiorgio Trissino, Biagio Saraceno, Bernardo Schio o Girolamo Garzadori. Tale rete di amicizie potrebbe averlo messo molto facilmente in contatto con Palladio, anche se, a ben guardare, l'architettura della villa pone più dubbi che certezze, mostrando diverse fasi costruttive successive che rendono ardua l'individuazione di un eventuale originario progetto palladiano: il pronao, ad esempio, s'innesta con evidente discontinuità sul corpo dominicale.[1] Senza dubbio ottocentesche sono invece le due ali laterali, frutto di una postuma palladianizzazione della villa ad opera dell'architetto Antonio Caregaro Negrin.[1]
La cappella della villa è dedicata a San Gaetano Thiene. L'altare è ottocentesco e conserva un dipinto giovanile di Francesco Maffei.
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Pianta (Cevese 1971)
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Il pronao
Note
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