Villa Melchiori, inaugurata il 30 luglio 1904[5], sorse per volere della famiglia Melchiori su un terreno rustico, dove un tempo sorgeva il convento di San Gabriele,[3] acquistato 21 agosto del 1903 su commissione di Giuseppina Marchi, moglie del floricoltore Ferdinando Melchiori,[6] in un'area in quel momento in piena urbanizzazione. Il raddoppio della r nel cognome dei committenti si deve al sinuoso lettering del decoratore Giuseppe Pedroni che, al momento dell'inaugurazione, dipinse in facciata il cognome compiendo un errore che poi si è perpetuato nelle biografie successive[7]
La villa si trova vicino alla zona delle barriere, quindi non lontana dalla stazione di Ferrara. La parte della città che comprende sia tale viale che i nuovi quartieri sorti a sud e che anticamente erano occupati da Castel Tedaldo e poi dalla Fortezza, furono interessati nel primo dopoguerra dall'Addizione Contini.[3][8][9]
L'edificio ha subìto un certo degrado tra la fine del XX secolo e l'inizio di quello successivo.[2][6] Nel 2024 è stato eseguito un rigoroso restauro a seguito di un passaggio di proprietà.[10]
Accanto alla villa, affacciate su viale Cavour, ci sono due costruzioni in muratura edificate su progetto dell'ingegner Edoardo Roda nel 1909, pensate per ospitare le serre, i laboratori e gli alloggi dei dipendenti.[11]
Descrizione
Originariamente con impianto di negozio-residenza, comprendeva lo spazio commerciale nel sotterraneo e in parte al piano terra, mentre la restante parte di esso ed il primo piano erano adibiti a residenza privata.[2]
Tra le parti non più visibili, oltre all'interno successivamente rimaneggiato, l'insegna policroma Melchiorri Floricultore allora presente nella parte alta del balcone, un tempo collegata alla decorazione in ferro dell'ingresso a corbeille di fiori. Scomparsa anche la differenziazione cromatica che segnava i due livelli abitativi, col marcapiano bicromo a scacchiera i cui colori riprendevano sia quelli del motivo ad onde presente nel sottogronda, intervallato da mensole in ferro sinusoidali, sia quelli parietali esterni.[2]
Restano visibili solo in parte le decorazioni floreali, soprattutto girasoli, tributo alla professione del committente, eseguite in cemento, a livello plastico, da Arrigo Minerbi e nelle opere in ferro (cancellata e altri parti in ferro battuto[1]) dalla ditta Augusto de Paoli, la quale collaborerà con Contini anche in seguito.[12]
La villa è circondata da un ampio parco di 2200 mq.[6]
^ Alessandra Farinelli Toselli, Ciro Contini, in Marica Peron e Giacomo Savioli (a cura di), Ferrara Disegnata – Riflessioni per una mostra, Ferrara, Arstudio C., 1986, pp. 92-93.
^Inaugurata Palazzina Melchiori, in La Provincia di Ferrara, 31 luglio 1904
^Silvia Giatti, La seconda vita di villa Melchiori. Ecco il restauro dopo 120 anni, in La Nuova Ferrara, 12 aprile 2024, p. 16
^Le due fabbrichette Melchiori, in Gazzetta Ferrarese, 9 ottobre 1910
^ Lucio Scardino, Marcello Carrà (a cura di), Villa Melchiori. Storia di un restauro a Ferrara, Modulgrafica, Forlì, 2024
Bibliografia
Gerolamo Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara e Ampliamenti, a cura di Carlo Bassi, Ferrara, 2G Editrice, 2009, pp. 54-56, ISBN978-88-89248-21-8.