Lo sviluppo urbano di questa zona di Firenze, immediatamente fuori dal centro, risale al periodo di Firenze Capitale (1865-1871) e dei piani di sviluppo di Giuseppe Poggi, che demolì le mura e creò gli ampi viali alla parigina. Sorsero palazzine, ville e villini per l'alta borghesia dell'epoca, spesso in stile eclettico o Liberty. In via degli Artisti, come ricorda lo stesso nome, e nel vicino piazzale Donatello si installò in particolare una nutrita e vivace colonia di pittori, scultori, ceramografi, ecc., che risiedevano in edifici ancora esistenti, riconoscibili per le finestrature particolarmente ampie, adatte a far entrare abbondante luce solare necessaria alla pratica del mestiere artistico. Molti di loro si costituirono in seguito nel cosiddetto Gruppo Donatello. La loro presenza è testimoniata da alcune lapidi commemorative lungo la via e nei dintorni.
Al numero 16r/18 si trova una memoria di Mario Moschi:
QUI FU LO STUDIO DELLO SCULTORE
MARIO MOSCHI
CHE NEL VENTENNALE DELLA MORTE
I SOCI DEL GRUPPO DONATELLO
RICORDANO
LORO MAESTRO DI OPEROSITÀ ARTISTICA
E VITALE ANIMATORE
DEL SODALIZIO
CHE LO EBBE TRA I FONDATORI
AUSPICE IL COMUNE DI FIRENZE
26. 5. 1991
Altre lapidi si trovano nelle vicine piazza Conti e via Marsilio Ficino.
Tabernacoli
Al n. 5 è appeso un tondo con la Madonna col Bambino, in stile neoquattrocentesco.
Bibliografia
Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978.
Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.