La località era un piccolo villaggio agricolo di antica origine della Valle Intelvi, da tempo immemorabile unito a Ramponio finché l'imperatrice Maria Teresa non decise di separare le due località.
A nord-est dell'abitato di Verna si trova la chiesa di Sant’Ambrogio,[4] che si presenta con un pronao Ottocentesco ma è di origini romaniche[5][6], come testimoniato dal testamento di un chierico del 1186[7][8] e da un affresco Duecentesco del volto di Cristo che sormonta il portale d'ingresso[5]. L'intitolazione della chiesa, parrocchiale dal 1640,[8] sarebbe da attribuire a un'antica dipendenza dal monastero benedettino situato presso la basilica di Sant'Ambrogio a Milano.[9] Nel XVII secolo, la chiesa fu oggetto di rilevanti interventi di ristrutturazione[8][6].
Edificio a navata unica, la chiesa presenta una volta in pietre quadre che rimandano alle tecniche costruttive dei Maestri Antelami[7]. L'abside e le quattro cappelle laterali vennero invece costruite nel Settecento[7].
All'interno, la chiesa conserva un altare maggiore del 1757[8][6] e un pulpito dello stesso periodo, entrambi realizzati da Francesco Solari;[5] il padre Pietro Solari è invece l'autore delle scagliole che ornano gli altari laterali[5]. L'altare maggiore conserva inoltre una pala del primo Settecento, raffigurante una Vergine col Bambino e sant’Ambrogio,[7] opera attribuita a Carlo Innocenzo Carloni[8][6]. Dipinti relativi a quest'ultimo santo si ritrovano anche sulle pareti e sulla volta del presbiterio[10].
Oratorio di Sant'Antonìo ai monti
A monte del centro di Verna si trova l'oratorio di Sant'Antonio,[11] costruita nel XVIII secolo da Francesco Solari[7].
Esternamente, la chiesetta si presenta come un edificio preceduto da portico e sormontato da un tiburio circolare[7].
All'interno si conservano numerosi stucchi, scagliole e affreschi, tra i quali una raffigurazione di Sant'Antonio da Padova affrescata nella volta del tiburio[7]. L'oratorio conserva inoltre un gruppo scultoreo dell'altare maggiore[6] e, sotto l'altare, una Deposizione attribuiti allo scagliolista Pietro Solari[7].
Cappelletta detta “della Madonna della nostra bandiera”
Dedicata alla Madonna di Lourdes, la cappelletta deve il suo nome ad alcuni soldati che, durante la Prima guerra mondiale, mentre erano impegnati nella costruzione di opere difensive decisero di edificare un'edicola votiva lungo la strada verso la località Caslè[12]. Furono gli stessi militari a dedicare la cappelletta alla “Madonna della nostra bandiera"[12].
Cultura
Esterno del Museo Gauli a Verna
Museo Piero Gàuli
Opera nel Museo Gàuli
Dal 2003, un museo conserva numerose opere donate al comune dall'artista Piero Gàuli, che in Verna aveva uno studio attiguo alla casa del padre, originario del luogo[13]. Tra le opere visibili nel museo spiccano:
i dipinti del ciclo Re Fame, ispirati al dramma di Andreev[13];
opere sulla Storia e la vita dell’artigliere alpino sottotenente Piero Gauli, realizzati in parte sul fronte del Don e in parte, come i cosiddetti Disegni Verdi (1943), nel campo di prigionia di Cholm in Polonia[13];