Secondo alcuni storici il nome deriverebbe dal celtico Mal-en-ga tradotte letteralmente in testa stretta dall'acqua, oppure da altre lingue pre-romane (Camuno e/o Retico) e significherebbe fiume del monte Mall-anko ed infine, quella più recente di origine medioevale, da Val Malenga, valle del male per essere circondata da spaventevoli montagne.[1]
Nel 250 d.C. i romani entrano in Valmalenco, intuendone l'importanza strategica e progettano la costruzione di una strada carovaniera che attraverso il passo del Muretto raggiunge Coira nel cuore della Rezia.
Medioevo
Dal VI al XI secolo si sviluppano le attività estrattive di minerali per pietre ornamentali, quali la pietra ollare e il serpentino scisto, che permangono come attività economica fino ad oggi.
Questo farà si che la Val di bachét, per la produzione di fascine di legno e sostegni per viticoltura diventi la Val di sàss, per le cave di minerali tra cui il Dorato Valmalenco.
Tra il XIV e il XV secolo la Valmalenco affronta uno dei periodi più difficili della sua storia, diviene teatro di molte catastrofi quali alluvioni, terremoti, frane, intervallati da fenomeni di siccità e gelate che culminano nel 1630, con l'epidemia di peste, che causa moltissime morti decimando paesi e frazioni.
Età moderna
La dominazione svizzera dei Grigioni tra 1512 e 1797 contraddistinta da tensioni religiose tra protestanti e cattolici, soprattutto dopo il Concilio di Trento e nel corso del XVIII secolo, fa comunque rinascere la via carovaniera attraverso i passi settentrionali.
Ai Grigioni segue nel 1797 la dominazione napoleonica e dal 1815 in maniera definitiva gli Austriaci, che istituiscono le prime scuole pubbliche e pongono le dogane nei passi a nord confinanti con la Svizzera.
Con l'inizio del Regno d'Italia, nel 1861, le ristrettezze economiche portano a una migrazione verso America e Australia anche verso settori connessi come quello minerario.
Le difficoltà economiche del primo dopoguerra e la vicinanza del confine svizzero fondano i presupposti per lo sviluppo del contrabbando, creando un vero e proprio “mestiere”, quello del contrabbandiere, specie attraverso il passaggio notturno presso il passo del Muretto.
Gli anni '60 sono caratterizzati dalla diffusione delle discipline sportive invernali, che portano alla costruzione degli impianti di Caspoggio e Chiesa Valmalenco.
Società
Estensione territoriale e comuni
Comprende cinque comuni: Caspoggio, Chiesa in Valmalenco, Lanzada, Spriana e Torre di Santa Maria. I due comuni di alta valle (Chiesa Valmalenco e Lanzada) ne occupano circa metà della superficie complessiva, mentre Torre di Santa Maria occupa gran parte della parte inferiore della Valmalenco. Caspoggio e Spriana sono invece considerevolmente più piccoli.
L'artigianato locale è incentrato sulla lavorazione della pietra ollare e del Serpentino, pietre dalle quali si producono ancora le tradizionali Piode e Lavecc, e usate anticamente per utensili domestici e successivamente ad usi decorativi.[3]
Settore Terziario
Turismo
Il turismo costituisce l'attività più sviluppata del settore con diverse strutture ricettive: alberghi, B&B e aree più o meno attrezzate per il campeggio.
Rifugi alpini
Per favorire l'escursionismo e la salita alle vette la valle è dotata di diversi rifugi: