La vallata, dopo un periodo prolungato di forte antropizzazione, è stata teatro di un tragico rastrellamento nel giugno del 1944, quando vi si erano rifugiati gruppi di partigiani. Essi ricevettero spesso sostegno e cure da Maria Peron, infermiera partigiana che operava in questi territori[1]. La valle venne poi abbandonata nel secondo dopoguerra. La precedente presenza umana ha lasciato la traccia sotto la forma di una rete diffusa di sentieri che via via scompaiono riemergendo solo in forma occasionale e offrendo la possibilità di misurare concretamente la propria capacità di orientamento.
L'importanza della valle, e il motivo per cui è diventata una meta ambita per gli amanti della natura e del trekking, è dovuta alle caratteristiche dure dei suoi paesaggi e all'evidenza delle vestigia delle attività umane, che sono state abbandonate da poche decine di anni e sulle quali la natura sta riprendendo il sopravvento. Non sono rari i casi in cui ci si trova faccia a faccia con manufatti e opere di ingegneria, avvolti ormai dai vegetali, che creano ambienti spettrali e trasmettono la sensazione della forza della natura che si riappropria degli spazi una volta popolati.
D'altra parte, proprio l'abbandono che ha seguito un periodo prolungato di forte antropizzazione, ha lasciato la traccia sotto la forma di una rete diffusa di sentieri che via via scompaiono riemergendo solo in forma occasionale.
Demografia dei Comuni
Nel dettaglio fanno parte della Val Grande i seguenti 3 comuni: