Urbano Barberini, III principe di Palestrina (indicato anche come V principe di Palestrina in riferimento alla successione Colonna di Sciarra) (Roma, 1664 – Roma, 27 settembre1722), è stato un nobileitaliano.
Alla morte di suo padre nel 1685, ereditò il possedimento di famiglia del principato di Palestrina e come suo padre venne insignito del prestigiosissimo Ordine del Toson d'oro nel 1687.
Nel 1693 si sposò con Felice Ventimiglia Pignatelli d'Aragona. Questo matrimonio risultò infelice da ambo le parti: la coppia ebbe un figlio, il tanto atteso erede della fortuna dei Barberini, che però morì a soli tre anni di età. I due si separarono de facto e Felice trovò rifugio solo nel cognato, il fratello di Urbano, il cardinale Francesco il quale la spinse ad entrare in convento.[2] La sua dote, la assegnò per testamento proprio a Francesco senza menzionare minimamente Urbano nelle sue ultime volontà.
Cornelia Costanza rimase l'ultima erede legittima di Urbano Barberini, sebbene sia noto che Urbano ebbe un figlio maschio illegittimo.
Morte
Alla morte, con lui si estinse la linea legittima dei Barberini ed i suoi titoli passarono more uxorio a Giulio Cesare Colonna di Sciarra che aveva sposato l'unica sua figlia Cornelia Costanza. Il problema della successione fu un problema che interessò disperatamente Urbano per la maggior parte della sua vita, al punto che gli contrasse ben tre matrimoni nella speranza di avere il tanto desiderato erede maschio che ad ogni modo non venne.
Successione
Prima ancora di tutti i suoi matrimoni, infatti, Urbano ebbe un figlio illegittimo, Maffeo Callisto, nato nel 1688. L'ultima moglie del Barberini, Maria Teresa Boncompagni, nel suo testamento, fa menzione di Maffeo Callisto come Marchese di Corese ed esprime nei suoi confronti "apprezzamento e gratitudine". Per sua volontà egli ricevette molte delle sostanze dei Barberini ma non il titolo paterno, che la propria condizione illegittima gli precludeva.[3]
Maffeo Callisto ebbe a sua volta degli eredi e formò un ramo parallelo della famiglia Barberini che rimase nell'ombra nei secoli, avanzando sempre pretese sul ramo dei Barberini Colonna di Sciarra divenuti nel frattempo eredi delle fortune dei Barberini. La figlia ed erede di Urbano, infatti, stabilì un fedecommesso di secondogenitura per il proprio secondo erede, Carlo, il quale assunse il cognome anch'egli di Barberini ed il titolo di Principe di Palestrina come il nonno, entrando così in concorrenza col ramo principale dei principi di Carbognano per il possedimento dei beni di famiglia. Tali contrasti si protrassero sino al 1811 quando a Parigi venne raggiunto un accordo per dividere definitivamente le proprietà tra i due rami belligeranti della famiglia.