Il suo nome, così come quello del predecessore, sembra collegarlo con la stirpe degli Ariboni[2]. Il 31 maggio 1027 l'imperatore Corrado il Salico gli conferì il dominio sulle contee di Trento, Bolzano e Venosta (su quest'ultima non ebbe però mai potere effettivo), scorporandole dalla marca di Verona, con i poteri che erano stati propri dei conti, duchi e marchesi dei territori, istituendo di fatto il principato vescovile di Trento (sebbene vada notato che il titolo di principe seguì solo alla fine del XII secolo)[1][3][4][5]. Già dall'XI secolo, del resto, i vescovi trentini erano figure importanti nel panorama europeo, e non era raro che accompagnassero gli imperatori tedeschi quando scendevano in Italia, come lo stesso Udalrico fece sia con Corrado IV, sia con Enrico III[6], e il loro potere politico era già stato informalmente riconosciuto nel 1004 da Enrico II il Santo, che più volte soggiornò nel capoluogo tridentino[3][4].
Udalrico fu autore del cosiddetto Sacramentario Udalriciano, su cui compare il primo elenco dei vescovi di Trento (con una cronologia però falsata e oggi abbandonata, secondo la quale san Vigilio sarebbe stato non il terzo, bensì il diciottesimo vescovo della diocesi)[7][8]. È inoltre ricordato per una serie di modifiche al duomo di Trento, tra cui la costruzione del transetto e della cripta[9].