Il tricloruro di iridio o cloruro di iridio(III) è il composto chimico con formula IrCl3. Questo materiale è usato raramente, perché insolubile. Il tricloruro di iridio idrato, IrCl3•xH2O è invece solubile ed è un utile materiale di partenza per la sintesi di altri composti dell'iridio.
IrCl3
IrCl3 è un solido dimorfico: esiste una forma α marrone (più stabile) e una forma β rossa, entrambe insolubili in acqua.[2] La forma α ha la stessa struttura cristallina del cloruro di alluminio.[3]
Per preparare IrCl3 si inizia separando l'iridio dagli altri metalli del gruppo del platino come esacloroiridato(IV) di ammonio, (NH4)2[IrCl6], che è poi ridotto a iridio metallico in corrente di idrogeno. Dalla spugna di iridio così ottenuta si ottiene IrCl3 anidro per reazione con cloro a 300-400 °C.
IrCl3 non è considerato pericoloso secondo al Direttiva 67/548/EEC, ma è classificato come irritante per gli occhi, la pelle e le vie respiratorie.[4]
IrCl3•xH2O
La forma idrata si ottiene riscaldando l'ossido di iridio(III) con acido cloridrico. Il composto è un solido nero inodore e igroscopico, facilmente solubile in acqua e alcoli.
Da IrCl3•xH2O si possono preparare molti altri composti di iridio, come il complesso di Vaska, trans-[Ir(CO)Cl(PPh3)2].[5][6] Riscaldando IrCl3•xH2O in miscele acqua/alcool assieme all'appropriato alchene si possono inoltre preparare i dimeri [Ir(cicloottadiene)Cl]2 e [Ir(cicloottene)2Cl]2[7][8] Altri composti dell'iridio industrialmente utili come materiali di partenza sono i cloro complessi H2IrCl6 e (NH4)2IrCl6; questi complessi sono facilmente disponibili in commercio dato che si ottengono direttamente durante il processo di purificazione dell'iridio.
IrCl3•xH2O non è considerato pericoloso secondo al Direttiva 67/548/EEC, ma è classificato come irritante per gli occhi, la pelle e le vie respiratorie.[9]
Note
- ^ a b Sigma Aldrich; rev. del 21.09.2012
- ^ C. E. Housecroft, Iridium: inorganic & coordination chemistry, in Encyclopedia of Inorganic Chemistry, 2ª ed., Wiley, 2005, DOI:10.1002/0470862106.ia101.
- ^ N. N. Greenwood, A. Earnshaw, Chemistry of the elements, 2ª ed., Oxford, Butterworth-Heinemann, 1997, ISBN 0-7506-3365-4.
- ^ Alfa Aesar, Scheda di sicurezza di IrCl3 anidro (PDF), su alfa.com:. URL consultato il 29 marzo 2011.
- ^ L. Vaska, J. W. DiLuzio, Carbonyl and hydrido-carbonyl complexes of iridium by reaction with alcohols. Hydrido complexes by reaction with acid, in J. Am. Chem. Soc., vol. 83, n. 12, 1961, pp. 2784–2785, DOI:10.1021/ja01473a054.
- ^ G. S. Girolami, T. B. Rauchfuss, R. J. Angelici, Synthesis and technique in inorganic chemistry, Mill Valley, CA, University Science Books, 1999, ISBN 0-935702-48-2.
- ^ G. Winkhaus, H. Singer, Iridium(I)-Olefinkomplexe., in Chem. Ber., vol. 99, n. 11, 1966, pp. 3610-3618, DOI:10.1002/cber.19660991129.
- ^ J. L. Herde, J. C. Lambert, C. V. Senoff, M. A. Cushing, Cyclooctene and 1,5-cyclooctadiene complexes of iridium(I), in Inorg. Synth., vol. 15, pp. 18-20, DOI:10.1002/9780470132463.ch5.
- ^ Alfa Aesar, Scheda di sicurezza di IrCl3•xH2O (PDF), su alfa.com:. URL consultato il 29 marzo 2011.
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