Pur appartenendo all'Arcidiocesi di Milano, Trezzo non ha conservato il rito ambrosiano, tranne che per una manifestazione peculiare del Carnevale, "Il povero Piero".
L'origine del nome non è nota, anche se esistono diverse teorie al riguardo. Il nome è probabilmente dovuto alla posizione strategica occupata dal nucleo antico del comune, su uno sperone roccioso che costringe il fiume Adda a formare un'ansa. Il ritrovamento di reperti di età longobarda, localizzati sull'altipiano ad ovest della città, ha consolidato quest'ipotesi.
Storia
Simboli
Lo stemma comunale è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 10 settembre 1929.
«Di rosso, alla cinta merlata alla ghibellina, con torre a sinistra, il tutto d'argento, la cinta murata ed aperta a destra di nero, con un cane uscente dalla porta, pure d'argento.»
La cinta merlata ricorda il castello di Trezzo, uno dei più muniti della Lombardia, e risulta riprodotto anche nello stemma dell'antica famiglia lombarda dei de Tretio, presente a pagina 349 dello Stemmario Trivulziano. La figura del cane derivata dallo stemma della nobile famiglia milanese dei Cavenaghi[5], titolari del feudo di Trezzo, a partire dal 1647.[6]
Per adeguarsi al nuovo titolo di città concesso l'8 luglio 2008 lo stemma del comune è stato rinnovato con Delibera di Giunta n. 129 del 10 settembre 2008.[7]
Il gonfalone, concesso con DPR del 4 maggio 1983, è un drappo partito di bianco e di rosso.
Onorificenze
Il Presidente della Repubblica con Decreto dell'8 luglio 2008 ha concesso al comune di Trezzo sull'Adda il titolo di città. Le motivazioni sono collegate alle emergenze storico-artistiche della località, oltre alla presenza di numerosi servizi sovra-comunali.[8]
I resti attuali sono quelli della costruzione del 1370 di Bernabò Visconti di cui fu residenza e prigione fino alla morte ad opera del nipote Gian Galeazzo Visconti. Il ponte del castello che attraversava l'Adda era a campata unica di 72 metri, alto 25 metri sul pelo dell'acqua, fortificato e costruito su tre livelli per consentire il passaggio separato di carri e pedoni, per i tempi era un'opera di ingegneria notevole rendendolo il ponte più lungo del mondo ad una singola arcata pre-rivoluzione industriale.
La Centrale Taccani
La centrale idroelettrica Alessandro Taccani è una centrale idroelettrica costruita nel 1906 sulla sponda dell'Adda nei pressi del castello, sfruttando un salto di circa 9 metri nel letto del fiume.
La centrale è costruita in pietra locale e in stile vagamente liberty, seguendo le direttive dell'ideatore Cristoforo Benigno Crespi, ossia che l'impianto fosse ben inserito da un punto di vista ambientale e non contrastasse con i resti del Castello Visconteo.
A Trezzo sorge la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, risalente al XIV secolo. Fa parte del decanato di Trezzo, facente parte dell'arcidiocesi di Milano.
Resti del monastero di San Benedetto in Portesana
Una cascina situata fuori dall'abitato conserva ciò che resta del monastero cluniacense di San Benedetto[9] in Portesana, eretto nell'anno 1088[9] da Alberto da Prezzate. Dell'antico monastero rimangono solamente due sale del convento, un'abside[9] e un altorilievo raffigurante figure animali.[10]
Santuario di Concesa
La frazione di Concesa ospita il santuario della Divina Maternità,[11] all'interno del quale si trova il quattrocentesco dipinto detto della Madonna del barcaiolo[12]í.
Trezzo viene menzionato in diversi testi della letteratura italiana, primo tra tutti nel celeberrimo romanzo di Alessandro Manzoni, I promessi sposi; in una targa di marmo, affissa al campanile della chiesa parrocchiale (dedicata ai santi Gervaso e Protaso), viene riportato l'estratto sopracitato.
Trezzo ha guadagnato l'attenzione di diversi uomini di cultura grazie al suo contesto ambientale e storico.
Feste, festival e ricorrenze
La Sagra cittadina si svolge in ottobre ed ha il suo culmine la prima domenica del mese.
Nella frazione Concesa si svolge nella seconda domenica di settembre la festa patronale denominata "FestAssunta".
Sempre nella frazione Concesa, presso il santuario della Madonna di Concesa, il 15 ottobre si svolge la festa di santa Teresa
Il Carnevale del povero Piero si svolge il sabato del Carnevale ambrosiano; un fantoccio di paglia, il Piero, viene bruciato al termine di una sfilata di carri per festeggiare la fine della stagione invernale; è una ricorrenza molto sentita con un programma che cambia di anno in anno.
Ambiente
A Trezzo sull'Adda è presente un termovalorizzatore, entrato in funzione nel 2003. Sulla sua possibile dismissione, prevista per il 2023, sono in corso valutazioni di ordine politico.[14]
Storicamente è stata sede di cave di pietra del tipo noto come Ceppo dell'Adda che ha avuto un larghissimo impiego in architettura, tra il XV secolo e la metà del XIX secolo, sia in ambito locale (tra cui gli argini del Naviglio della Martesana e del Naviglio di Paderno) che a Milano.
Trezzo è servita da alcune autolinee suburbane; fra il 1890 e il 1958 era inoltre presente una stazione della tranvia Monza-Trezzo-Bergamo dal 1953 limitata a tale località quale capolinea settentrionale[17].
L'Associazione Sportiva Dilettantistica Trezzo 2014, associazione sportiva di calcio, la cui prima squadra milita nella 2ª Categoria e di volley, con la prima squadra in 1ª Divisione.
La Canottieri Tritium 1967, fondata da Padre Samuele Testa ha tuttora sede in via Alzaia e annovera atleti di alto calibro, come Giada Colombo.
La A.S.D.G. Tritium 1979, società di ginnastica senza scopo di Lucro, affiliata alla Federazione Ginnastica d'Italia.
il T.C.T. tennis club Trezzo, club di tennis
Note
^abDato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2023 (dato provvisorio).
^Regio decreto19 ottobre 1862, n. 934, in materia di "Decreto che autorizza vari Comuni della Provincia di Milano ad assumere una nuova denominazione."
^Inquartato: nel 1° e 4° di rosso, alla banda d'oro, caricata di una testa di cane di nero, posta in palo e collarinata d'argento; nel 2° e 3° d'oro, al volo di rosso; sul tutto di Milano. Cfr G.B. di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico, vol. 1, Bologna, Arnaldo Forni, 1886, pp. 270-271.
^ Paolo Zanin, Monza e i suoi tram. Storia dei collegamenti tranviari da Monza a Milano e alla Brianza, 2ª ed., Firenze, Phasar, 2009. ISBN 978-88-6358-028-0.