Appartenente alla prima cinta muraria della città, chiudeva il borgo medievale di "Castelvecchio" nella parte meridionale.[2]
La sua fondazione, forse su una struttura preesistente e con muri alla base di metri 1,30 di spessore, risale al XIII secolo[3] e dal 1438 vi è alloggiato l'orologio pubblico.[4]
Struttura
Inizialmente coperta da tetto e alta circa 20 metri,[6] fu sottoposta a interventi di ampliamento che le permisero di raggiungere gli attuali 27 metri di altezza.[6]
Era dotata di una scala esterna, sul fianco est, che metteva in comunicazione la piazza con l'interno della torre[6], nella quale si amministrava la giustizia a partire dal XV secolo e dove era presente anche una camera di tortura.[7]
Nel 1492 fu rialzata con una nuova cella campanaria[8] che ancor oggi ospita il concerto di sei campane, alcune delle quali risalenti al Cinquecento, della Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo. Una di queste riporta la seguente iscrizione: Mentem sanctam spontaneam Honorem Deo e Patriae liberationem MCCCCLXXXXII.[9]
Le sei campane si contraddistinguono in: Campanone o campana maggiore dedicato a Sant’Erasmo; Campana delle ore dedicata alla Beata Vergine; Campana del morto dedicata a Santa Maria Maddalena; Campana della Vittoria; Campana della scuola dedicata all’Ave Maria; Campana del morticino, dedicata a San Sebastiano (proveniente dalla Chiesa di Santa Maria del Consorzio).
Nel 1925 fu tolta la copertura e realizzata la merlatura ghibellina.[6]
Nel 1983-1984 è stata oggetto di un radicale intervento di manutenzione in seguito al quale sono stati demoliti e ricostruiti gli intonaci esterni preesistenti e sono stati risolti alcuni problemi statici con operazioni di cucitura sulle murature e di realizzazione di solai intermedi in cemento armato e legno.
Dal 2017 è in corso un restauro interno della torre, che prevede l'utilizzo dei piani allestiti a museo della città antica e la salita sulla terrazza;[10] dall'ottobre 2021 la torre è visitabile sino al belvedere.[11]
La torre presenta da secoli un accentuato scostamento dalla verticalità,[12] con fuori piombo marcati verso Piazza Mazzini. Per questo, nel 2006, è stata oggetto di importanti verifiche statiche, poiché il fuori piombo risultava aumentato negli ultimi decenni.
Le sue caratteristiche tipicamente medioevali rendono la torre uno dei monumenti principali della città, tanto da essere ben visibile in avvicinamento a Castel Goffredo.
Museo Torre di Castelvecchio
Dopo lavori di adeguamento interno, la torre è stata trasformata in museo, con Infopoint turistico di Regione Lombardia,[13] e dal 2 ottobre 2021 è visitabile al suo interno percorrendo i sette piani che la compongono.[14][15]
Galleria d'immagini
Torre civica tra Municipio e Palazzo Gonzaga-Acerbi
Torre civica vista da piazza Mazzini
Notturno
La torre dal basso
La torre civica vista dalla loggia del municipio
Torre civica vista dai portici
La torre vista dai portici
Stemma con l'arma dei Gonzaga sulla torre civica (XVI secolo)
Epigrafe aloysiana sulla torre (fianco est): NE SUPERBIA IN LA PROSPERA NE VILTA' IN LA ADVERSA
Epigrafe aloysiana sulla torre (fianco ovest): ALOYSIVS RODVLPHI FILIVS
Orologio della torre civica (1438)
Note
^ Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005.
Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 1ª ed., Brescia, 1922.
Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005, ISBN88-7495-163-9.
Enzo Boriani, Castelli e torri dei Gonzaga nel territorio mantovano, Brescia, 1969.
Mariano Vignoli, Giancarlo Cobelli, Da terra aperta e ben intesa fortezza. Le mura e le fortificazioni di Castel Goffredo, Mantova, 2010, ISBN978-88-95490-10-6.
Mariano Vignoli (a cura di), Dal castello al palazzo. Storia ed architettura in un'area di confine. Atti dei convegni di Acquafredda (25 maggio 1996) e San Martino Gusnago (16 novembre 1996), Guidizzolo, Circolo Culturale San Martino Gusnago - Istituto Italiano dei Castelli - Banca di credito cooperativo di Casalmoro e Bozzolo, 1997. ISBN non esistente.
Touring Club Italiano, Lombardia, Milano, 1970. ISBN non esistente.