A Siena si dedicò quasi esclusivamente all'assistenza ed all'educazione dei sordi. Colpito infatti dalla scarsa istruzione di alcuni di essi spesso presenti nella zona del Collegio, Pendola decise di orientare i propri studi verso la Cultura Sorda. Studiò gli scritti dell'abatepariginoRoche-Amboise Sicard, incontrò il suo confratello Ottavio Assarotti, che a Genova assisteva ed educava i Sordi. Nel 1828 fondò a Siena l'Istituto Reale Toscano per Sordomuti, che tre anni più tardi divenne Convitto reale toscano per sordomuti grazie al sostegno economico di Leopoldo II di Toscana. Presso l'Istituto venivano gratuitamente accolti, educati ed istruiti sordi che provenivano da ogni parte della Toscana e da zone limitrofe (la gran parte in condizione di grave disagio economico e sociale). Ulteriore finalità era quella di offrire una adeguata formazione professionale ai sordi, in maniera da garantire l'inserimento nel mondo del lavoro.
L'Istituto assunse rilevanza non solo sul piano locale: il Convitto negli anni seguenti ospitò sordi di ogni parte d'Italia.
Pendola fu un pioniere della Pedagogia speciale, lasciando inoltre in eredità una cospicua produzione letteraria di carattere pedagogico e didattico, ma anche filosofico e religioso.
Nel corso della sua vita senese Pendola non mancò di prendere parte alla vita di Contrada, divenendo anche "correttore" (cioè prete di Contrada) della Tartuca.
Dopo più di un secolo l'Istituto fondato da Pendola ha cessato di esistere in modo autonomo, essendo confluito insieme con altri istituti nell'Azienda Servizi alla Persona di Siena.
Bibliografia
Marino Bennati (a cura di), Tommaso Pendola (1800-1883). Tra apostolato, pedagogia e impegno civile, Siena, Cantagalli, 2008, p. 316, ISBN978-88-8272-442-9.
Angelo Gaudio, L'educazione dei sordomuti, in La stampa pedagogica e scolastica in Italia 1820-1943, a cura di G. Chiosso, Brescia, La Scuola, 1997, pp. 291–293
Marco Manfredi, Tommaso Pendola il Gabinetto di Giovan Pietro Vieusseux. Storia di un intenso rapporto, in "Annali di storia dell'educazione e delle istituzioni scolastiche", 2012, 19, 235-254