Nella teoria accademica la pittura storica era considerata il campo più elevato dell'arte. Questo status derivava oltre che dalle intenzioni, anche dal fatto che era considerata la più difficile espressione della pittura, poiché richiedeva una abilità particolare soprattutto nella composizione iconografica del soggetto e della sua espressività.
Nel 1884, invitato dal gallerista Sedelmeyer, si trasferì a Parigi, dove visse fino al 1896. Appartiene a questo periodo il dipinto Galileo e Viviani, che, esposto nel 1893 nel Salone dei Champs Élysées, fu premiato con la medaglia d'oro (altri importanti riconoscimenti ottenne a Monaco di Baviera e a Lipsia). Tornò a Firenze nel 1896 e continuò a dipingere i suoi soggetti, a volte anche ripetendoli in più copie, che in gran parte emigrarono in Francia e Germania, dove godeva di notevole reputazione.
Per l'editore Alinari di Firenze realizzò l'illustrazione di cento tavole della prestigiosa edizione del Decameron di Giovanni Boccaccio (1313-1375).
Tra le sue opere vanno ricordate:
Galileo e Viviani, 1892 (Museo Galileo, Firenze – Dep. Oss. Di Arcetri)